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1° Maggio: alcuni dati sul lavoro e povertà

In Basilicata l’Istat ha registrato nel 2014 una platea di 32 mila disoccupati; il 40 per cento di questi disoccupati sono espulsi dai cicli produttivi. Sono i padri di famiglia, spesso ultracinquantenni, che hanno vissuto ascesa e declino dell’industrializzazione lucana e che oggi riempiono gli elenchi della mobilità e della cassa in deroga.
Nello stesso anno l’istituto quantifica in oltre 50 mila i disoccupati lucani che non cercano lavoro ma sarebbero disponibili a lavorare, una forza potenziale che resta ai margini del mercato del lavoro per scoraggiamento, mancanza di opportunità e di investimenti e per la pressoché totale assenza di politiche attive del lavoro e un sistema formativo in grado di restituire alla vita attiva queste persone sottraendole per tempo ad un destino di apatia sociale. Tra disoccupati e forza lavoro potenziale abbiamo una platea di oltre 80 mila persone da impiegare.
Nel frattempo sta dilagando la povertà e anche le famiglie che sono riuscite a scampare alla crisi denunciano un impoverimento del proprio tenore di vita, complice l’incertezza sul futuro e una fiscalità predatoria, col risultato che si preferisce tesaurizzare i bonus fiscali e rimandare l’acquisto di beni durevoli a tempi meno grami.
Si pensi che oltre la metà delle famiglie lucane considera la propria condizione difficoltosa, mentre 12 famiglie su 100 si giudica in grande difficoltà. Il 70 per cento delle famiglie non riesce più a risparmiare e quasi 4 famiglie su 10 non riescono a fare fronte a spese impreviste.

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