CronacaPuglia

Tap, sale la tensione nei cantieri

Nuovi lavori lungo il tracciato del gasdotto e a Melendugno torna la tensione: dalla giornata di lunedì, in zona cimitero, alcuni operai della ditta Mello, per conto di Tap, hanno avviato delle operazioni di potatura degli ulivi, che ricadono in alcuni terreni privati che sorgono nell’area del futuro cantiere della discussa condotta. Ma, se da un lato Tap garantisce che si tratti di «buone pratiche agricole», dall’altra i cittadini del territorio non sembrano aver gradito l’arrivo dei mezzi nelle proprie campagne, con gli operai ancora una volta scortati da un ampio dispiegamento di forze dell’ordine. Un clima da città militarizzata che ha contribuito alla nascita di vecchie e nuove tensioni.
Tutto in regola, come detto, per la multinazionale del gasdotto, che specifica, in una nota ufficiale, che sono in corso nell’area del progetto i lavori di potatura di ulivi avvenuti solo «dopo aver provveduto alla raccolta delle olive – si legge -, con eccezione di un numero ridottissimo di piante affette dalla cosiddetta lebbra dell’ulivo, i cui frutti, se moliti insieme agli altri, avrebbero compromesso la qualità dell’olio».
Tap chiarisce che i lavori rientrano nella categoria delle «buone pratiche agricole», ovvero le stesse che la società sta utilizzando per gli ulivi già spostati a Masseria del Capitano «per garantirne la perfetta salute e la protezione dalla Xylella»: «Le caratteristiche delle potature – affermano dalla multinazionale – sono state approvate dalla Sezione Provinciale Agricoltura di Lecce della Regione Puglia e Tap sta via via provvedendo a informare i proprietari dei terreni interessati».
La società del gasdotto ribadisce la propria disponibilità a illustrare sul campo «la qualità delle pratiche agricole condotte a tutela degli ulivi e, in prospettiva, del paesaggio agrario, che sarà perfettamente ripristinato appena saranno conclusi i lavori di costruzione del gasdotto».
Una versione che non coincide con quella del comitato No Tap, che denuncia come probabilmente l’azienda voglia «aprire un nuovo cantiere lì dove ancora non hanno ottemperato alle prescrizioni». Una forzatura, insomma, per gli attivisti che ha portato alcuni di loro nella zona occupata dagli operai per protestare e culminata con il tentativo di qualcuno di salire sugli alberi per scongiurare le potature, causando la reazione delle forze dell’ordine presenti. Gli attivisti hanno inoltre raccolto testimonianze di alcuni proprietari, che avrebbero trovato i mezzi di polizia parcheggiati sui propri terreni, senza avere la possibilità di accedervi. E c’è chi si dice pronto a denunciare l’accaduto.

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