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3 ottobre 2013, 368 storie da non dimenticare

Il 3 ottobre 2013 sono morti annegati a largo di Lampedusa 368 migranti in una delle più grandi tragedie civili mai avvenute nel Mare Mediterraneo. Erano donne, uomini e tanti bambini fuggiti da persecuzioni, guerre e miseria. Ad un anno dalla strage il 3 ottobre 2014, alle ore 10,30 presso la sala consiliare della Provincia di Potenza, gli enti e le associazioni che in Basilicata lavorano per l’accoglienza di rifugiati e richiedenti asilo hanno deciso di organizzare un momento di raccoglimento dove ognuno, secondo la propria religione e la propria sensibilità, potrà compiere un gesto simbolico rivolgendo un pensiero alle tante storie spezzate, agli uomini, alle donne ed ai bambini che volevano raggiungere il nostro Paese e che invece hanno trovato la morte nel mare.
E’ nostro dovere ricordare quel giorno, per ridare dignità e rispetto alle vittime ed alle loro famiglie, per dare una speranza ai superstiti e per tenere accesi i riflettori affinché l’Italia e l’Europa attivino nuove e più efficaci politiche sulle migrazioni e sui rifugiati.
”Chi ha pianto per la morte di questi fratelli e sorelle? Chi ha pianto per queste persone che erano sulla barca? Per le giovani mamme che portavano i loro bambini? Per questi uomini che desideravano qualcosa per sostenere le proprie famiglie? Siamo una società che ha dimenticato l’esperienza del piangere, del patire con: la globalizzazione dell’indifferenza ci ha tolto la capacità di piangere.” Queste le parole di Papa Francesco nella sua visita a Lampedusa che meritano una risposta da parte di ciascuno a prescindere dalla sua fede e dalle sue convinzioni.
Parteciperanno alla commemorazione Don Franco Corbo ed altri ministri di culto delle religioni di appartenenza dei migranti e dei rifugiati presenti in Basilicata insieme al giornalista e scrittore Mimmo Sammartino che reciterà una preghiera laica per le vittime. Ognuno, individualmente o in forma associata, può partecipare all’evento promosso dalla Provincia di Potenza, dall’Arci Basilicata, dal Centro Servizio Volontariato Basilicata , dalla Coop. Sociale Il Sicomoro e dalla Fondazione Città della Pace per i Bambini Basilicata sia intervenendo direttamente, sia lasciando un messaggio sulle pagine facebook delle associazioni promotrici.

Scheda informativa

A partire da quel terribile 3 ottobre di un anno fa l’Italia ha cercato di evitare nuove tragedie mettendo in campo l’operazione “Mare Nostrum”. In una recente audizione in Commissione Diritti umani al Senato il capo di stato maggiore della Marina Militare Giuseppe De Giorgi ha tracciato un bilancio dell’operazione riportando che nei primi dieci mesi dell’operazione parla di 141.891 naufraghi assistiti, 298 scafisti arrestati e 384 operazioni di soccorso messe in atto.
Tuttavia «Dall’inizio dell’anno, oltre 2500 persone partite dall’Africa del Nord sono annegate o disperse nel Mediterraneo. L’Europa non può ignorare la tragedia che si sta compiendo alle sue porte – come riferisce John Dalhuisen, direttore del programma Europa e Asia centrale di Amnesty International. Un numero maggiore di navi per la ricerca e il soccorso nel Mediterraneo centrale, col chiaro compito di salvare vite umane in acque internazionali e risorse adeguate per svolgerlo al meglio: ecco cosa l’Unione europea e i suoi stati membri devono fornire con urgenza».
Sempre nell’audizione parlamentare De Giorgi ha infatti evidenziato che “Gli oppositori a Mare nostrum sostengono che questa operazione abbia aumentato i flussi di immigrazione, in realtà gli arrivi sono esplosi prima che fosse messa in campo. Non è quindi Mare nostrum che provoca questo incremento ma si tratta di fattori di forza globale, che provocano questa massa di popoli in movimento, una piccola parte dei quali arrivano sulle nostre coste: parliamo di zone dove ci sono genocidi o dove ai ragazzi viene chiesto di fare il servizio militare a vita. Rispetto al 2013, la situazione in Africa orientale è peggiorata, c’è stato lo scoppio della guerra in Siria. E sono questi i fattori a cui bisogna guardare per spiegare i flussi”.

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