BasilicataCronaca

4 Novembre, l’intervento del sindaco Adduce

“Nell’anniversario della fine della prima guerra mondiale e Giorno dedicato all’Unità Nazionale e alle Forze Armate onoriamo il sacrificio di tanti giovani che in quel conflitto persero la vita o rimasero per sempre segnati dalle ferite riportate in battaglia. La guerra del 15/18 fu un conflitto di proporzioni mai viste prima e con un tributo di morti enorme. Nella Grande Guerra i caduti italiani furono oltre 600.000 (nessuno conosce la cifra esatta) oltre a più di 1.000.000 di feriti e mutilati, su una popolazione di poco più di 30.000.000. Queste scarne cifre, pur nella loro crudezza, non danno un’idea precisa del massacro di una generazione quale fu quello che avvenne nei 41 mesi di guerra.

Più che le cifre, valgono a testimoniare l’ecatombe, le migliaia di monumenti, lapidi, colonne mozze, che in ogni città, paese, villaggio, anche il più sperduto, furono eretti nell’immediato dopoguerra a ricordo delle giovani vite troncate. Anche paesini di poche centinaia di abitanti riportano sulla loro lapide decine di nomi di giovani, quasi sempre rimasti là dove caddero e raccolti successivamente nei grandi Cimiteri di Guerra, spesso senza nome. Poi altre guerre vennero, altri nomi furono aggiunti nelle lapidi, ma il numero di soldati morti nella Grande Guerra fu molto più alto. Fu una guerra tecnologicamente moderna, ma fu anche l’ultima guerra del passato. Una vera e propria “mattanza” tra eserciti di contadini che si scontrarono con ogni mezzo.

Fu l’ultima guerra di Indipendenza che l’Italia combatté. Onoriamo dunque quegli eroi. Onoriamo quegli italiani di cui in molti casi non conosciamo neppure i nomi. E onoriamo il Milite Ignoto con il viaggio del treno che in questi giorni ha ripercorso lo stesso tragitto del 1921 dal tempio di Aquileia all’Altare della patria a Roma. Ricordare, non dimenticare per assumere tutti insieme l’impegno a scongiurare altre guerre, altri conflitti.

Dunque una celebrazione, quella odierna che non vuole essere vuota retorica o peggio ancora sterile esaltazione. Siamo qui per onorare coloro che con il sacrificio della vita hanno consentito la costruzione di un Paese libero e indipendente. Ma al tempo stesso vogliamo rinnovare l’impegno a rifiutare la violenza, rinnovare l’impegno per il rispetto degli individui senza distinzione di razza, provenienza, orientamento sessuale o religione. Questi principi vanno difesi con convinzione e senza esitazione, al fine di scongiurare qualsiasi deriva autoritaria o lesiva dell’integrità nazionale; per questo è essenziale il recupero della memoria collettiva della nostra comunità nazionale.

Nella Giornata delle forze armate rendiamo oggi gli onori a tutti i nostri militari quelli che si sono immolati per la Patria e rendiamo merito a quelli che costantemente operano per garantire la sicurezza e la democrazia nel nostro Paese e per promuovere pace e solidarietà nei territori funestati dai conflitti. Viviamo un momento molto difficile. La crisi economica che investe l’Europa rischia di travolgere i progressi che i lavoratori, le forze produttive del vecchio continente hanno conquistato a partire dalla ricostruzione del secondo dopo guerra. Abbiamo bisogno di unità e di coesione per affrontare questa grave crisi.

Al Presidente della Repubblica che in questi giorni spende tutte le sue energie per persuadere coloro che hanno responsabilità politiche a mostrare consapevolezza e spirito patriottico vada la nostra convinta solidarietà ed adesione per lo sforzo che sta facendo per contribuire a ridare fiducia ai cittadini, al nostro Paese.

W LE FORZE ARMATE

W L’ITALIA”.

 

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