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Adi, Martorano replica al consigliere Venezia

“Sulle scelte che toccano la salute dei cittadini sicuramente non è ammirevole inseguire utili di bilancio ma nemmeno di consensi. Per questo mettiamo molta attenzione in ciò che facciamo nel delicato settore della sanità e auspichiamo ce ne sia altrettanta da parte di chi, nelle istituzioni se ne occupa. E qualcosa sembra essere evidentemente sfuggita al consigliere Venezia nel tentativo di ottenere qualche menzione sui giornali occupandosi di minzioni”. Così l’assessore alla Salute della Regione Attilio Martorano.

“Alla luce delle affermazioni lette – spiega Martorano – appare necessario rassicurare i cittadini del fatto che la delibera di Giunta Regionale n. 968 del 5 luglio 2011 non sottrae alcun tipo di assistenza al paziente in Adi (Assistenza Domiciliare Integrata) ma limita esclusivamente la possibilità di una duplice prescrizione e quindi di uno spreco. Infatti il paziente assistito in ADI ricevendo già dalla Asl tutta l’assistenza sanitaria necessaria non necessita di ulteriori prescrizioni, per le stesse patologie, da parte del suo medico di famiglia. La delibera sancisce esattamente questo principio. Inoltre, al Dott. Venezia non sfuggirà che l’uso dei pannoloni, non ha nessuna attinenza con la delilbera, dal momento che non risultano essere necessari per curare piaghe da decubito, ustioni gravi, eczemi secernenti e ulcere varicose ossia le patologie prese in esame dalla suddetta delibera. Si tratta, ancora una volta, di una lettura superficiale e capziosa di importanti provvedimenti che senza penalizzare in alcun modo i livelli reali di assistenza ai cittadini lucani, mirano ad eliminare ogni forma di spreco e di inappropriatezza che tutti, a parole vorremmo combattere.

Si commentano da sé – conclude l’esponente di giunta – le affermazioni che il consigliere fa, sul piano personale in merito alla mancanza di sensibilità e sui limiti culturali e professionali dell’Assessore e del suo Staff, come pure la paradossale quanto infondata affermazione secondo cui i 3 assessori esterni costerebbero alla regione 800 milioni di euro l’anno: praticamente i 4 quinti del bilancio”.

 

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