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Agroalimentare, Bordo (Pd): “Da Governo sforzi per garantire nuova competitività al sistema Italia”

“La filiera agroalimentare italiana sta diventando una bandiera, un simbolo per connotare in termini positivi l’immagine del nostro Paese all’estero: la ricchezza e la qualità del cibo, il piacere e il gusto del vivere bene, la convivialità, i vantaggi per la salute della dieta mediterranea sono tratti associati direttamente al nostro Paese. L’agricoltura italiana si avvale dell’indiscutibile vantaggio di un territorio estremamente differenziato. Nel tempo, ciò si e’ tradotto in una varietà unica di colture e in una ricchezza di produzioni e specializzazioni che non trova riscontro in nessun altro Paese europeo”. Lo ha detto il presidente della Commissione per le Politiche Michele Bordo, del Pd, intervenendo alla ‘Fiera nazionale del carciofo’ in corso a San Ferdinando di Puglia.

“I progressi sono stati compiuti grazie al duro lavoro e all’impegno di tanti produttori e anche grazie agli sforzi che sono stati condotti per evitare che la riforma della Politica agricola comune europea, non si traducesse in un vantaggio netto a favore dei Paesi Centroeuropei, espressione di agricolture intensive su larga scala. – Ha proseguito Bordo – In questo contesto si colloca l’attenzione che, nell’ambito del primo pilastro della PAC, entrata in vigore nel gennaio dello scorso anno, assume il sostegno obbligatorio ai giovani agricoltori. Si tratta dei soggetti al di sotto dei 40 anni che avviano un’impresa o che subentrano ad attività già in essere. Il sostegno, della durata di cinque anni, è finalizzato a promuovere l’impegno delle giovani generazioni nelle attività agricole. Ciò risponde a un duplice obiettivo: evitare l’abbandono dei terreni e favorire l’impiego dei più giovani”.

“La disoccupazione giovanile rimane, infatti, uno dei nodi irrisolti e più critici nel quadro della crisi dell’Unione europea. E’ evidente che le attività agroalimentari possono assicurare grandi prospettive per i giovani intraprendenti che vogliano avviare un’impresa anche avvalendosi delle misure di sostegno europee.
Al supporto obbligatorio ai giovani agricoltori si aggiungono i contributi previsti dal cosiddetto secondo pilastro della nuova PAC che presuppongono la presentazione, da parte del giovane agricoltore interessato, di un piano di sviluppo aziendale. A fruire delle misure di sostegno ai giovani agricoltori previsti dalla nuova PAC dovrebbero essere in Italia circa 400 mila beneficiari. Nel caso della Puglia, il premio minimo si colloca in 40 mila euro e quello massimo in 60 mila euro, cifre che possono risultare decisive per favorire l’avvio di un’attività imprenditoriale per i giovani agricoltori”.

“Le crescenti difficoltà delle economie mature, come quelle dei Paesi europei, a fronteggiare la concorrenza particolarmente agguerrita dei Paesi emergenti, discendono in parte dall’insufficienza delle risorse stanziate in passato a sostengo della ricerca e innovazione. Va quindi dato atto al governo di aver avviato negli ultimi anni una chiara inversione di tendenza: alla adozione di una normativa volta a promuovere l’avvio di start-up si aggiunge, infatti, la definizione, con la manovra finanziaria in corso di predisposizione, di un pacchetto di interventi diretti a sostenere l’aggiornamento tecnologico delle imprese nazionali, comunemente definita ‘Industria 4.0’. Si tratta di un passaggio fondamentale perché proprio l’esperienza dei Paesi più evoluti dimostra che le start-up costituiscono un fattore determinante per apportare al sistema economico nel suo complesso dinamiche virtuose di crescita e di innovazione”.

“Non deve stupire il fatto che, nelle classifiche redatte a livello europeo per quanto concerne l’Agenda digitale, l’Italia si collocasse costantemente fra i paesi più arretrati. Lo sforzo che si sta compiendo per aggiornare gli strumenti di intervento e realizzare una politica a sostengo delle start-up innovative, attraverso la promozione della digitalizzazione e lo sviluppo del venture capital, e’ dunque particolarmente importante. In questo ambito si collocano anche i progetti e le risorse che possono essere attivate a partire dal programma Horizon 2020 dotato complessivamente di 80 miliardi di euro, di cui 4 miliardi specificamente rivolti all’agricoltura sostenibile. A beneficiare di tali risorse dovrebbero essere in particolare piccole e medie imprese ma anche istituti di ricerca e università e altri soggetti che possano favorire l’innovazione e l’aggiornamento produttivi in agricoltura” ha concluso Bordo.

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