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Albergatori sul piede di guerra

Gli albergatori dicono basta. Da anni chiedono un’Iva più bassa e interventi per il settore. Ora la notizia che la tassa di soggiorno già introdotta a Roma possa essere estesa a tutti i comuni italiani li ha fatti saltare letteralmente sulla sedia. E hanno deciso,”qualora dovesse essere confermata questa sciagurata ipotesi vessatoria”, di non accettare prenotazioni per il 17 marzo, giorno della celebrazione dell’unità d’Italia.

Questa la decisione, senza precedenti, presa dal consiglio direttivo di Federalberghi-Confturismo, che riunisce 27 mila alberghi sparsi sul territorio italiano sui 34 mila esistenti nel Paese. Quel giorno, nel quale si prevede come oltre 2 milioni di turisti tra italiani e stranieri pernotteranno nelle strutture alberghiere di tutta Italia, il mancato introito economico, osserva Federalberghi, potrebbe portare l’erario a perdere tra tassazioni dirette ed indirette qualcosa come 100 milioni di euro.

Inoltre, la Federazione ha anche deciso ulteriori ed estreme forme di protesta ed iniziative di piazza se la Commissione bicamerale sul federalismo “non batterà un colpo a favore di quelle imprese che quotidianamente sostengono l’economia e l’occupazione di questo Paese”. Per il presidente di Federalberghi, Bernabò Bocca, “una tassa del genere colpisce unicamente le imprese ricettive, creando ulteriori danni all’economia del Paese ed all’occupazione, che nel solo 2010 ha subito una flessione del 2,4% di lavoratori. Condividiamo la necessità che il Paese si modernizzi e l’avvento del federalismo fiscale e’ sicuramente un passaggio fondamentale, ma non possiamo non stigmatizzare come la strada imboccata dal Governo e dalla Bicamerale sul federalismo sia un angusto vicolo cieco, contro il quale – conclude Bocca – rischia di andare a sbattere uno dei pochi settori realmente produttivi”.

Leggermente più sfumata, ma comunque molto critica, la posizione di Confindustria Aica che, con Confindustria Alberghi, riunisce le catene alberghiere e una serie di hotel di fascia medio-alta, 4 e 5 stelle. “Il nostro sarà uno sciopero bianco”, precisa la presidente di Confindustria Aica, Elena David, perchè “non vogliamo creare disagi ai nostri turisti. Quel giorno metteremo una coccarda tricolore, segno dell’ appartenenza ad un Paese che tuttavia non mostra di credere alla nostra attività che pure dà lavoro ad oltre un milione di persone. Manifesteremo in questo modo la nostra disapprovazione. Con Federalberghi siamo uniti nella lotta, ma poi ognuno ha la sua storia e le sue forme per esprimersi”.

“La vecchia imposta di soggiorno fu soppressa nel 1989 perchè inopportuna e, se venisse reintrodotta ora il federalismo fiscale partirebbe col piede sbagliato, perchè la sua finalità deve essere quella di rendere più equa la tassazione”, evidenzia infine Claudio Albonetti, presidente di Assoturismo-Confesercenti. Confindustria, Cconfturismo-Confcommercio e Assoturismo-Confesercenti hanno acquistato una pagina del Corriere della Sera dove domani manifesteranno la propria piena contrarietà alla tassa di soggiorno e inviteranno gli italiani a dire la loro scrivendo a notassasoggiorno@gmail.com.

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