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Aliano, aperta inchiesta sui lavori di Località Malvone

Guai in vista per il comune di Aliano. L’ex capo dell’Ufficio tecnico del comune del materano, Domenico Claps, residente a Sant’Arcangelo, rischia di finire a processo, assieme all’imprenditore Eugenio Santomassimo e sua moglie Vincenza Cudemo. I tre sono accusati, a vario titolo, di falso, abuso d’ufficio, frode nelle pubbliche forniture e violenza privata, dopo la chiusura delle indagini notificata nei giorni scorsi dalla Procura di Matera. Al centro delle indagini, condotte dai Carabinieri di Pisticci, ci sono i lavori di adeguamento e messa in sicurezza di una strada rurale, ubicata in Località Malvone, nella periferia del paese, un appalto di quasi 26mila euro finanziato coi fondi gestiti dalla Regione. Chi aveva progettato i lavori era il sindaco di Aliano, poco prima della sua elezione, quando era consulente del comune. Chi se li è aggiudicati, invece, è il cugino del suo vice. A sollevare il caso era stato un consigliere di minoranza, Immacolata Pepe, che avrebbe ricevuto minacce da parte di Santomassimo e consorte: “Sei una cretina, questa la pagherai, ti farò una faccia di schiaffi e ti farò piangere”, sono le minacce ricevute che Santomassimo avrebbe rivolto a Pepe, nel gennaio scorso, dopo che era andata sul posto, in Contrada Malvone, per constatare lo stato dei lavori, assieme a Domenico Claps. Un concetto sottolineato dalla moglie dello stesso Santomassimo, che avrebbe detto: “Tu ci hai fatto piangere e noi faremo piangere te. Non ti aspettare bene”
Quanto alla strada di Località Malvone, secondo gli investigatori nell’aprile 2012, Claps ha attestato che i lavori erano completati, disponendo di liquidare a Santomassimo un acconto di 16mila euro, quando invece il quadro della situazione era diverso: per esempio, laddove era previsto uno scavo di sbancamento, la compattazione del piano di posa, una fondazione stradale di misto granulare stabilizzato, una pavimentazione in calcestruzzo armato e altro, la ditta di Santomassimo avrebbe utilizzato pietrame, contabilizzando uno sbancamento maggiore, un’area più estesa di compattazione e fondazione, meno calcestruzzo e meno acciaio per le armature e la rete elettrosaldata. Di questo ‘errore’, l’ufficio tecnico sarebbe venuto a conoscenza solo due settimane dopo l’approvazione dello stato finale dei lavori, quando dalla minoranza in consiglio comunale era arrivata la richiesta di accesso agli atti del consigliere Pepe. A quel punto è arrivato il passo indietro, con la revoca in autotutela di tutti i provvedimenti, ma era già troppo tardi.
Claps e Santomassimo sono accusati di abuso d’ufficio in concorso, perché il primo avrebbe procurato un vantaggio patrimoniale ingiusto al secondo, e perché, come recita il capo d’imputazione nei loro confronti, “non ottemperava gli obblighi contrattuali derivanti dal contratto di aggiudicazione realizzando le opera in difformità. Nei prossimi giorni Claps, Santomassimo e la moglie potranno presentare memorie o chiedere di essere interrogati. Successivamente la Procura di Matera dovrà decidere se avanzare una richiesta di rinvio a giudizio nei loro confronti.

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