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Allarme immigrati a Nardò

Cgil e Flai Cgil di Lecce hanno inviato una lettera al Prefetto, Claudio Palomba, al Presidente della Regione Puglia, Michele Emiliano, e al dg dell’Asl leccese Giorgio Gorgoni per denunciare le condizioni in cui si trovano i lavoratori impegnati nella raccolta di prodotti ortofrutticoli nelle campagne di Nardò. “Esprimono forte preoccupazione ed indignazione per quello che si consuma ogni giorno nei campi”, si legge in una nota dei sindacati. Nardò, per anni luogo-simbolo dello sfruttamento degli immigrati impiegati in agricoltura, negli anni scorsi fu palcoscenico del primo sciopero dei braccianti contro i caporali.
Il sindacato chiede una riunione urgente con, all’ordine del giorno, tale problematica. “Spiace stigmatizzare come, per l’ennesimo anno, l’amministrazione comunale non abbia allestito per tempo alcuna struttura in grado di offrire un’accoglienza dignitosa ai lavoratori, in tempo utile per prevenire l’utilizzo dell’area dismessa denominata ‘ex falegnameria, sempre più insicura e affollata da persone”, continua la nota a firma di Antonella Cazzato (Cgil Lecce) e Antonio Gagliardi (Flai Cgil Lecce). La ex falegnameria in questione è un rudere fatiscente situato in contrada Arene-Serrazze, poco fuori l’abitato di Nardò, e da anni viene utilizzata dagli immigrati come rifugio nelle ore di riposo, dopo il lavoro nei campi, o in attesa di una chiamata da parte di chi gestisce la raccolta dei prodotti ortofrutticoli. Accanto alla ex falegnameria il Comune di Nardò, in passato, ha allestito un campo provvisto di tende e servizi igienici.
“Riteniamo inadeguato lo spazio, comunque non ancora predisposto, individuato dall’amministrazione comunale quale zona sosta dei lavoratori, perché privo di ombreggiatura e con un esiguo numero di tende che, in caso di pioggia, non forniscono alcun riparo per le persone e gli oggetti”, chiosa la Cgil.

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