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Altre grane per la sanità lucana

“L’universo della sanità privata accreditata in Basilicata che conta una sessantina di strutture ed impiega almeno 400-500 addetti e che vive già in un momento di crisi ha subito un altro blocco amministrativo per effetto di quella famosa burocrazia, che non solo nella campo della sanità ma nel campo dell’intero apparato regionale esiste. Né deriva che molte strutture non sono in grado di poter far fronte nemmeno più ai pagamenti degli stipendi dei lavoratori. Ci sono state diverse segnalazioni e il problema maggiore era collocato all’interno dell’ASP, dove opera con qualifica di direttore una nuova figura nell’ambito dell’unità operativa complessa addetta alla gestione strutture accreditate, reportistiche SDO. Nelle more di adozione del piano sanitario regionale, era necessario garantire ed è necessario garantire il regolare svolgimento delle attività delle strutture già operanti, senza inutili complicazioni, nella salvaguardia del diritto dei cittadini ad un servizio sanitario di qualità e di eccellenza”. Tali sono le motivazioni per cui il Consigliere Regionale del Movimento per le Autonomie Francesco Mollica interrogava l’Assessore alla Sanità per conoscere se era a conoscenza di tali problematiche e quali azioni voleva mettere in campo per risolvere questa difficile situazione e se fosse sua intenzione mettere in piedi invece con un efficace sistema che vede parte attiva all’interno del sistema della salute anche per le strutture private, senza inuitili complicazioni per la salvaguardia del diritto dei cittadini ad un servizio sanitario di qualità ed eccellenza. Durante la seduta del Consiglio di ieri l’Assessore Martorano ha risposto precisando che l’operato dell’unità operativa complessa gestione strutture accreditate SDO, dell’azienda sanitaria locale di Potenza, non fa emergere alcuna attività vessatoria ed arbitraria da parte delle strutture aziendali, volte piuttosto a determinare la corretta valorizzazione ed erogazione dei giusti compensi per le attività rese dalle strutture private accreditate e che l’attività ispettiva e di verifica delle prestazioni è effettuata nel pieno rispetto della normativa vigente e garantisce, con tutte le modalità di salvaguardia per le strutture private, che a riguardo possono controdedurre nei tempi e nei modi dovuti l’appropriatezza delle prestazioni rese con l’unico obiettivo di ridurre il più possibile danni di Natura erariale.

Sicuramente visto che è il sistema sanitario pubblico che paga condivido che bisogna controllare l’appropriatezza e la correttezza delle prestazioni che queste aziende erogano ma tali controlli non devono essere tali da complicare e addirittura bloccare l’attività delle strutture. O siamo tutti imbecilli oppure quello che viene sistematicamente detto, non da me in questa interrogazione, ma dai giornali, dai rappresentanti sindacali e dai lavoratori, vedi i lavoratori AIAS, di non ricevere i loro giusti stipendi, è tutto falso. Quello che veniva denunciato in questa interrogazione è un eccesso di burocrazia, per una pletora di norme molte volte alcune anche in contrasto fra di loro. E come si sa, la burocrazia in questa regione ammazza le aziende. E noi, che siamo qui alla guida politica, ne dobbiamo sentire tutto il peso altrimenti saremmo collusi rispetto ad un sistema che non guidiamo più noi. Non è che i controlli non si debbano fare, se la norma è complessa i controlli devono essere necessari, però non vorremmo che questi controlli servano a creare maglie e in queste maglie incappare o far incappare le aziende. Ho letto, ancora una volta nelle parole dell’Assessore tante buone intenzioni ma “di buone intenzioni è lastricata la strada dell’inferno” ora bisogna passare ai fatti e risolvere le questioni.

 

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