AttualitàBasilicataBasilicataCronaca

Ancora polemiche per la cappella vicino alla tomba di Scotellaro

Non accennano a placarsi le polemiche per l’autorizzazione, data dalla passata amministrazione comunale, alla costruzione di una cappella cimiteriale privata vicino alla tomba di Rocco Scotellaro. L’attore Ulderico Pesce, attraverso le pagine del web, ha annunciato che il 10 luglio, alle ore 10.30, sarà a Tricarico, sotto la casa di Rocco Scotellaro e che, anche da solo, partirà da quella casa per andare fino al cimitero “a salutare Rocco, sua mamma e il resto della famiglia”. “Se mi rimediate una tenda – ha comunicato – resterò a dormire davanti al cimitero per protestare contro lo scempio arrecato alla tomba dove risiede l’identità storica e antropologica della mia terra”. Intanto, dopo aver ricevuto dal Comune, su richiesta scritta e motivata, le delibere e la planimetria del cimitero, cerchiamo di ricostruire tutta la vicenda. Innanzi tutto, tanto per sgombrare il campo da equivoci, le delibere sono tutte di Giunta comunale e non di Consiglio, come qualcuno aveva pensato, attribuendo responsabilità a consiglieri comunali incolpevoli. Con delibera numero 54 del 15 aprile 2009, la Giunta comunale di allora, composta dal sindaco Lello Marsilio e dagli assessori Gigi Benevento, Rocco Centola, Francesco Salierno, Tonino Soldo, Innocenzo Dabraio e Mario Malvinni, approvò l’individuazione di sei lotti nel cimitero, tutti distanti dalla tomba di Scotellaro, come abbiamo potuto constatare dalla planimetria, per la concessione a privati della costruzione di cappelle e la bozza del bando pubblico, che venne indetto il 6 maggio 2009 con protocollo numero 5533. Il 19 giugno dello stesso anno, con verbale numero 8675, fu determinata la graduatoria, distinta per lotti, in base alle offerte dei privati. La Giunta comunale, poi, con la delibera numero 170 dell’1 dicembre 2009, assenti gli assessori Centola e Dabraio, deliberò all’unanimità le assegnazioni provvi-sorie dei lotti ritenuto, fra l’altro, che i due assegnatari dei lotti 2 e 3 avevano manifestato la disponibilità a delocalizzare il sito per la realizzazione delle cappelle in altra zona, sempre all’interno del cimitero comunale, “anche in considerazione – citiamo testualmente – del fatto che questo Ente ha in corso di regolarizzare un atto di transazione con l’istituto delle Suore Eucaristiche di Santa Chiara che prevede la cessione, alle stesse, dei lotti 2 e 3” e “ritenuto individuare nelle vicinanze della tomba di Rocco Scotellaro i due lotti da cedere ai signori (seguono i nomi, ndr), previa loro accettazione, così come individuati nell’allegata planimetria ai numeri 7 e 8”, concessione resa definitiva con la delibera numero 4 del 12 gennaio 2010, assenti il sindaco e gli assessori Centola e Dabraio. Questi sono i fatti: ai lettori le conclusioni. Ritornando più indietro nel tempo, ricordiamo che fu l’amministrazione comunale del sindaco Giovanni Laureano, democristiano, a donare in perpetuo il suolo cimiteriale, di quattro metri di lunghezza e di due metri e 52 centimetri di lar-ghezza, per la costruzione della tomba in memoria di Rocco Scotellaro con delibera di Consiglio comunale numero 64 del 20 maggio 1954, approvata all’unanimità e di stipulare il contratto di do-nazione con la mamma di Rocco Scotellaro, Francesca Armento. L’anno successivo, con delibera di Giunta comunale numero 133 del 22 agosto del 1955, approvata all’unanimità e ratificata, sempre all’unanimità, dal Consiglio comunale con delibera numero 92 del 5 settembre del 1955, l’amministrazione comunale del sindaco Giovanni Santoro, anch’egli democristiano, approvò la modifica del precedente atto elevando, per esigenze di progetto, la superficie del suolo da 10 metri quadrati a 16, praticamente aumentando la larghezza da due metri e 52 centimetri a quattro metri, come la lunghezza. Infatti, il monumento funebre è un’opera di altissimo valore architettonico pro-gettato e realizzato, nel 1955, dallo studio di architettura milanese “BBPR”, costituito, nel 1932, dagli architetti Lodovico Barbiano di Belgiojoso, Gian Luigi Banfi, Enrico Peressutti ed Ernesto Nathan Rogers, tutti laureatisi al Politecnico di Milano e che hanno segnato la storia dell’architettura italiana del Novecento. Fu Carlo Levi che, nella progettazione dell’opera, finanziata da Adriano Olivetti, coinvolse questi architetti i quali, nell’ubicazione della tomba, privilegiarono proprio il muro di cinta che limita il cimitero di Tricarico verso oriente da dove, in lontananza, si scorge la valle del Basento, quel “versante lungo del Basento”, che è tema ricorrente nella poesia di Scotellaro.

Vito Sacco

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *