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Archeogiordania, un progetto per il sito di Gadara

Tecnologie virtuali e forte coinvolgimento delle comunità locali. Sono gli elementi portanti del progetto “Archeogiordania”, che ha l’obiettivo di raccontare, anche virtualmente, il sito archeologico di Gadara-Umm Qais in un’ottica di turismo sostenibile.

Partner di “Archeogiordania”, che è parte del progetto integrato Diacheo per la cooperazione tra le Regioni italiane e i Paesi del Mediterraneo, sono la Basilicata (ente capofila), l’Umbria, la Scuola di Specializzazione in Archeologia di Matera, Sviluppumbria e il Dipartimento delle Antichità Giordane. Il progetto-pilota, con tempi di scadenza aprile 2011, è stato presentato questa mattina a Matera durante un seminario, in cui i vari interventi hanno messo a fuoco i punti salienti delle attività svolte nel territorio giordano della Decapolis, nome che indica le dieci città di cultura greco-romana situate sulla frontiera orientale dell’Impero Romano. Il Nord della Giordania è un territorio ricco di archeologia, ma poco conosciuto dal flusso di turisti che si dirige, invece, verso altre aree, come per esempio l’antica città di Petra. Si è trattato, dunque, di capire come valorizzare i siti di grande valore storico, traendo da questi anche occasione di sviluppo.

Il progetto si è diramato in diverse direzioni. Una piattaforma virtuale è stata la base su cui ricostruire alcuni edifici, quali il santuario ellenistico, il teatro ovest e una della case più importanti del villaggio ottomano. La ricostruzione permetterà non solo di ‘rimmaginare’ il senso dello spazio antico, ma anche di capire le funzioni politiche, sociali, religiose di quegli spazi continuamente riutilizzati nel tempo, confrontando ad esempio modelli abitativi del periodo romano con quello di una casa del periodo ottomano, per far emergere un senso di ‘riconoscibilità’ di spazi familiari e comuni a culture diverse. Il progetto ha cercato anche di operare una “ricucitura culturale”. Il mondo arabo tende a non percepire come appartenenti alla propria cultura i siti di origine ellenistica, considerandoli di interesse solo dei turisti. Con il coinvolgimento delle scuole e delle comunità locali, il progetto ha voluto far crescere la consapevolezza del valore del patrimonio archeologico. Contemporaneamente è stato svolto un lavoro sullo sviluppo economico e sul branding per individuare itinerari e incrementare il turismo e l’economia.

“La condivisione culturale che è alla base del Progetto Archeogiordania – ha detto l’assessore regionale alla Cultura, Formazione e Lavoro, Rosa Mastrosimone, concludendo il seminario – rappresenta un fattore indispensabile per la promozione di processi di cooperazione durevoli ed armoniosi e per l’acquisizione della consapevolezza del patrimonio culturale del territorio. A questo proposito ritengo che il valore aggiunto del progetto è rappresentato proprio dal coinvolgimento delle comunità locali e dal lavoro sulla loro percezione e consapevolezza dei siti archeologici. In quest’ottica appare assolutamente evidente che sarebbe auspicabile dare una continuità al rapporto di collaborazione tra la Regione Basilicata, la Scuola di specializzazione di Archeologia di Matera (la quale svolge un ruolo prioritario per la diffusione della cultura dell’archeologia in Basilicata) e il Dipartimento delle Antichità giordane”.

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