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Articolo 38, impugnarlo sarebbe stato un segno di rispetto per la Basilicata

Avremmo voluto una Regione più vicina ai suoi cittadini, alle sue imprese, al suo territorio. Abbiamo sperato di recuperare autonomia nelle decisioni e rispetto per una leadership autentica. Il Consiglio regionale ha invece bocciato l’ulteriore occasione di essere protagonisti della propria storia e cioè la mozione proposta dai consiglieri Romaniello e Mollica, e sottoscritta anche dal consigliere Perrino, con la quale si chiedeva “al Presidente e alla Giunta regionale di procedere alla impugnativa innanzi alla Corte Costituzionale sollevando la questione di legittimità costituzionale degli art. 35, 36 bis, 37, 38 della legge ‘Sblocca Italia’, in coerenza con quanto approvato con la mozione del 4 dicembre 2014”.
Confapi Matera ha sempre manifestato con chiarezza e trasparenza la propria contrarietà al “titolo concessorio unico” e ha invitato il presidente Pittella, così come stanno facendo altre Regioni, a contrastare la forzatura voluta dal Ministero dello Sviluppo Economico, ma contraria al Titolo V della Costituzione, che sostanzialmente, anche alla luce delle recenti modifiche, stabilisce corsie preferenziali e poco trasparenti per le valutazioni ambientali e per il rilascio di concessione uniche di ricerca e coltivazione di idrocarburi.
Infatti i correttivi all’articolo 38 – si tratta del comma 1 bis riformulato e approvato dal Senato lo scorso 20 dicembre – non offrono garanzie di tutela certe perché lasciano a una non meglio dettagliata “intesa Stato-Regioni” la predisposizione del piano delle aree in cui autorizzare le attività estrattive. Confapi Matera invita, però, a non perdere di vista il dato fondamentale, e cioè la perdita di sovranità territoriale su un tema così delicato qual è quello ambientale.
“La situazione in generale ci preoccupa molto. Stiamo assistendo a uno scollamento tra il percorso intrapreso dalla Regione e un territorio che non lo condivide; sono 64 i Comuni lucani che hanno espresso attraverso delibera ufficiale – ha dichiarato il presidente di Confapi Matera, Enzo Acito – il proprio no allo “Sblocca Italia”. Rilancio, ambiente e lavoro devono sostanziarsi di fatti. Se lo sforzo che la Basilicata sta compiendo per recuperare terreno sul fronte dello sviluppo si deve poi rilevare inefficace, visto che con la crisi del petrolio le entrate delle royalties sono diminuite, e considerato che le risorse da destinare alla crescita delle imprese e alla creazione di lavoro dipendono dalla disponibilità dei fondi strutturali, diventa evidente il corto circuito tra volere e azione.”
“Inoltre, <l’intesa con le Regioni> non è detto che tuteli la Basilicata, atteso che la Conferenza Stato-Regioni, esprimendosi a maggioranza, potrebbe penalizzare proprio la Basilicata. Del resto qualcuno si è chiesto perché altre Regioni abbiamo impugnato gli articoli in questione innanzi alla Corte Costituzionale?”
Come già ribadito nei mesi scorsi, Confapi Matera chiede che la sovranità energetica resti in capo alle Regioni e che la Basilicata, con le sue tante storie di sacrifici e di dedizione, torni a essere priorità della politica.

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