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Assegno di cura per disabili, l’assessore Negro chiarisce ai consiglieri 5 Stelle

“E’ un invito sincero che rivolgo ai colleghi Consiglieri del M5S: occorre studiare le carte e capire le situazioni prima di parlare pubblicamente. Perché il governo di sistemi complessi, come quello delle prestazioni economiche e socioassistenziali in favore delle persone gravemente non autosufficienti e delle loro famiglie, non è affatto cosa semplice e richiede tutta la sensibilità del caso per non ingenerare inutili allarmismi tra persone che hanno già carichi di cura spaventosi”.
“La pubblica amministrazione – prosegue – gestisce soldi pubblici e deve fare tutto alla luce del sole e in maniera chiara come sta facendo questa amministrazione. Talvolta, le scelte non sono una passeggiata, sono impegnative e difficili come questa, e certamente ispirate ai principi di correttezza e cautela nell’interesse di tutti i cittadini pugliesi.
Ma la capacità di governo sta proprio nella capacità di decisione”.
Così l’assessore al Welfare della Regione Puglia Salvatore Negro rispondendo ai consiglieri regionali del Movimento 5Stelle a proposito delle sei mensilità sospese per gli assegni di cura per disabili, a loro dire, a seguito della delibera di giunta dello scorso 30 novembre. Negro ha chiarito puntualmente però i termini della questione:
1) “Va detto che costantemente dal 2010 la Regione Puglia assicura l’assegno di cura alle persone affette da SLA, SMA e patologie affini, con una prima linea di finanziamento, ne beneficiano circa 400-450 persone ogni anno, in continuità su tutto il territorio regionale.
L’Assegno di Cura SLA non è interessato dal provvedimento di sospensione del novembre scorso, quindi le ASL stanno procedendo con le erogazioni in assoluta continuità, anche considerando che la Regione ha già anticipato le somme relative a tutto il 2016, proprio per non incorrere in ritardi di erogazione.
2) Dal 2014 la Giunta Regionale ha attivato, a valere sulle ulteriori risorse del bilancio regionale per la non autosufficienza, e nel rispetto dei criteri dettati dal Decreto Nazionale sul fondo non autosufficienza, anche l’Assegno di cura per i non autosufficienti gravissimi, di cui beneficiano circa 3000 persone l’anno tra persone in stato vegetativo e altri pazienti in condizione di dipendenza vitale da macchinari per la respirazione e l’alimentazione assistita o indotta.

Dopo le sperimentazioni degli anni precedenti al 2014, la messa a regime della misura economica è stata affidata per la gestione alle ASL, è subordinata a istruttoria dei Comuni e delle UVM distrettuali, ed è stata finanziata inizialmente con i primi 36 milioni di euro di risorse provenienti da due annualità di fondo regionale non autosufficiente, con l’obiettivo di rifinanziare annualmente e quindi di assicurare continuità anche a questo assegno di cura. L’importo mensile di questo assegno di cura è di 500 euro mese, cioè nettamente superiore ai 300 euro in media assicurati dalla gran parte delle regioni italiane.
3) A seguito di un ricorso dinanzi al Giudice Amministrativo (TAR Lecce) da parte di un gruppo di famiglie salentine, che in ragione di un presunto carico assistenziale assimilabile a quello dei pazienti affetti da SLA, richiedono l’adeguamento dell’importo mensile dell’assegno di cura fin qui percepito, da 500 a 1.100 euro al mese, la Giunta Regionale è stata chiamata a dover adottare un provvedimento che in via transitoria e per un principio di autotutela, fissa per la prima volta una scadenza temporale del beneficio al 18° mese di fruizione.
Visto che fino ad ora semplicemente non era stato fissato un termine in considerazione della ferma volontà di assicurare continuità al beneficio economico per gli utenti interessati. La prospettiva, eventuale comunque e di certo non auspicata, di vedere non vittoriosa la posizione della Regione dinanzi al Consiglio di Stato, presso cui ci si è costituiti proprio per tutelare equità e continuità della misura “assegno di cura” per tutti i pugliesi aventi diritto, richiede che si tutelino le casse della Regione. Infatti se queste famiglie dovessero vincere al Consiglio di Stato, l’adeguamento retroattivo dell’importo e fino al 18esimo mese, costerebbe circa 37 milioni di euro in più.
Va detto, peraltro, che a onor del vero la Regione non sottrae a nessuno “sei mensilità di assegno di cura”, come erroneamente affermato dai Consiglieri del M5S, per diverse ragioni: in primis l’assegno di cura al momento viene sospeso al 18° mese e non revocato, proprio perchè gli aventi diritto, appena risolto il contenzioso, se positivamente per la Regione, torneranno a percepire l’assegno di cura recuperando i mesi di eventuale interruzione. Inoltre in nessun provvedimento la Regione aveva assegnato il beneficio per 24 mesi, anzi come già detto non aveva fissato alcun termine per il principio di continuità che si voleva e si vuole assicurare, e semmai annualmente si impegnava a rifinanziare la misura nella misura consentita dai vincoli di bilancio, ma certamente senza prevedere che la spesa possa triplicarsi retroattivamente.
Infine, solo una parte molto piccola di famiglie beneficiarie si troverà a registrare il disagio della sospensione del beneficio economico, perché in ragione del mese di attivazione del beneficio, raggiungerà il 18° mese entro l’estate, cioè dopo che sarà intervenuto il pronunciamento atteso.
Infatti ci si attende che il pronunciamento del Consiglio di Stato intervenga entro poche settimane (si stima entro fine marzo): dopo, in caso di vittoria si ripristineranno retroattivamente le erogazioni. In caso di sconfitta la Giunta Regionale sarà chiamata a dare esecuzione alle sentenza per il periodo pregresso e per tutta la platea, nelle more di rivedere completamente i criteri di accesso”.
“Mi rattrista pensare – ha concluso – che tutto questo è già illustrato nella Delibera di Giunta n. 2128 del 30 novembre scorso e che si è persa una occasione, da parte dei Consiglieri del M5S per concorrere ad una meritoria azione informativa di una utenza tradizionalmente debole, piuttosto che per basare su un comunicato una esternazione che può solo generare inutile allarmismo”.

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