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Baby testimone del delitto del consigliere provinciale e comunale di Idv Peppino Basile

È considerata attendibile la bambina di cinque anni, testimone del delitto del consigliere provinciale e comunale di Idv Peppino Basile, per il quale è accusato Vittorio Luigi Colitti, diciannove anni, di Ugento (Lecce) e suo nonno Vittorio. Per sciogliere ogni dubbio sull’attendibilità della baby testimone, i giudici potevano e possono ancora richiedere una perizia psichiatrica e psicologica, mai richiesta finora. Su questo e su altri punti si basa la richiesta di appello depositata nei giorni scorsi dalla Procura per i minorenni contro la sentenza di assoluzione dei due uomini.

Per i difensori Francesca Conte e Roberto Bray, l’ambiente familiare e l’esposizione mediatica avrebbero alterato la genuinità del ricordo della bimba. Secondo l’accusa, invece, non ci sarebbero dubbi che la sera del 15 giugno del 2008 il ragazzo, allora 17enne, avrebbe immobilizzato Basile mentre il nonno lo avrebbe colpito al torace e in altre parti del corpo con oltre ventiquattro coltellate. Ad accusarli non sarebbe solo la testimonianza della bambina che affacciatasi alla finestra, avrebbe visto i due uomini “dare le botte a Peppino con un coltello”. La nonna avrebbe assistito con lei alla scena, riferendo i nomi degli aggressori che la piccola non fu in grado di ricordare nel primo incidente probatorio del 23 dicembre 2009. Tuttavia, nei giorni seguenti vedendo in TV un servizio sull’omicidio, la bambina avrebbe recuperato la memoria riferendo i nomi alla madre. Per l’accusa è assodato, sulla base dell’opinione di consulenti esperti, che la bambina è intelligente, sincera e ben educata e che la premura della madre non può averne influenzato il ricordo, tanto più che la donna avrebbe cercato di rilevare in modo del tutto discreto, qualunque elemento relativo all’omicidio, dichiarato spontaneamente dalla figlioletta, annotandolo su bigliettini consegnati agli inquirenti.

Mariateresa Cotugno

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