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Banche venete, Emiliano risponde a Padoan

Michele Emiliano, Presidente della Regione Puglia e leader di Fronte Democratico (PD), risponde al Ministro Padoan, sulla questione delle banche venete: “Non conosco i fatti? Conosco i diritti e li difendo. E i fatti danno torto a Padoan.
Il Ministro Padoan, da Ministro all’Economia della Repubblica Italiana ha la responsabilità della tenuta e del funzionamento del sistema bancario italiano da quasi 4 anni. Sarebbe fin troppo facile rispondergli che i fatti li conoscono tutti gli italiani visto il numero di suoi decreti predisposti sulle banche italiane in questi anni, ma non lo farò.
Gli ricordo che è nostro dovere difendere i risparmiatori utilizzando le risorse dei contribuenti italiani in modo trasparente. Io non penso che questo sia sempre avvenuto in questi anni. Sulle Banche Venete potrei ricordargli che, oltre agli aumenti di capitale bruciati negli ultimi cinque anni, ci sono anche 2,5 miliardi del Fondo Atlante completamente evaporati. E ci sono migliaia di risparmiatori che hanno sottoscritto obbligazioni subordinate credendo nello Stato, nella vigilanza delle autorità preposte anche dopo giugno 2014 data limite fissata nel decreto per ristorare gli obbligazionisti.
Ricordo allo stesso Ministro dell’economia che il “bail in” da lui voluto è entrato in vigore a fine 2015 e non si capisce perché non si debbano ristorare gli obbligazionisti che hanno creduto nel funzionamento del sistema bancario con quelle regole. Io fino a quando farò politica mi batterò per i diritti, rispettando le regole. Cosa diciamo ai risparmiatori che hanno perso tutto? E ai piccoli azionisti veneti vogliamo dirgli che chi ha sbagliato pagherà e che qualcuno risponderà di tutto quello che è successo? Potrei continuare su molti fronti parlando di come è stato approcciato il tema banche in questi anni, ma non voglio polemizzare oltre, mi interessa la sostanza delle cose che facciamo. Io comunque una conferenza stampa con un banchiere indicato allo Stato da JP Morgan per guidare una banca da oggi nazionalizzata con soldi dei contribuenti non l’avrei fatta, ma come è noto siamo profondamente diversi”.

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