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Bonisoli penalizza la Basilicata, con l’accorpamento del polo museale Puglia-Basilicata

Arriva come “regalo” di ferragosto il primo decreto ministeriale di attuazione della riorganizzazione interna del Mibac, firmato martedì scorso dal Ministro per i beni e le attività culturali Alberto Bonisoli. Il provvedimento, che entrerà in vigore dal 22 agosto prossimo, introduce le Direzioni territoriali delle reti museali al posto dei Poli museali regionali. Sono in tutto 10, così ripartite: Direzione territoriale delle reti museali del Piemonte e della Liguria, di Lombardia e Veneto, dell’Emilia Romagna, della Toscana, del Lazio, di Abruzzo e Molise, della Campania, della Puglia e Basilicata.
Un accorpamento che elimina il Polo museale della Basilicata e ci assoggetta ai “fratelli” pugliesi, con i quali d’ora in avanti condivideremo (si spera) iniziative culturali in sincronia e in sinergia, pur dimostrandosi incerta e traballante l’iniziativa, sin d’ora, in un’ottica lungimirante, e di difficile connubio, a causa di differenze territoriali, culturali e antropologiche che da anni ci contrappongono. Sparisce con la firma del sopracitato decreto, l’identità culturale e sociale di un popolo, quello Lucano, da sempre bistrattato e sottomesso ai poteri forti accentratori in zone più agevoli e meglio rappresentate, condannandoci a viaggi infiniti verso est, proprio in un momento delicato come quello degli ultimi anni in cui le amministrazioni locali, di concerto con il polo museale, seppur con molta fatica, hanno tentato di realizzare progetti di valorizzazione e fruizione dei beni culturali tangibili e intangibili, come i progetti di recupero delle biblioteche, degli archivi, passando per i Musei della Magna Grecia. Un ennesimo scippo ai danni dei cittadini lucani, condannati ad essere colonia pugliese, ancora una volta, con lo spettro di un potere politico centrale che continua ad abusare del territorio regionale, con la scusa inaccettabile e poco credibile oramai, del risparmio economico. I giovani lucani ringraziano il Ministro e il Governo del cambiamento. In fuga dai nostri paesi, porteranno nella valigia di cartone la storia del loro popolo e degli uomini che hanno fatto la storia di questa terra, custodendo in silenzio i ricordi del passato, in cerca di un futuro, il loro, rubato.
Lidia Lavecchia

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