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Caso marò, si dimette il ministro Terzi

Il ministro degli Esteri, Giulio Terzi, ha annunciato in Aula, alla Camera dei Deputati, le proprie dimissioni in relazione alla vicenda dei due marò. “Mi dimetto per difendere onorabilità dell’Italia”, ha detto il ministro, sottolineando il disaccordo con il governo sulla decisione di far rientrare in India i due militari. “Da ministro ho espresso le mie riserve sulla decisione di trasferire in India il 22 marzo i due militari, ma la mia voce è rimasta inascoltata. Quindi, mi sono dimesso perché solidale con i nostri marò e con le loro famiglie. Ho atteso fino a oggi perché volevo venire qui in Parlamento come sede della sovranità popolare. Ed è risibile e strumentale pensare che la Farnesina abbia agito autonomamente”.

Sulla vicenda di Latorre e Girone, Terzi ha affermato di aver dato informazioni a tutte le autorità di governo sugli aspetti critici del negoziato con l’India, d’accordo sulla decisione di trattenere i marò in Italia. La linea del governo è stata approvata da tutti l’8 marzo. “Da uomo delle istituzioni per 40 anni – ha detto il ministro – non avrei mai agito in modo autoreferenziale. Credo che l’accusa nei confronti di Massimiliano Latorre e Salvatore Girone non sia mai stata realmente suffragata da prove e testimonianze attendibili”.

Le dimissioni di Terzi hanno lasciato spiazzato il presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano. Il capo dello Stato, stando a fonti di palazzo, non era stato informato delle intenzioni del titolare della Farnesina. Il presidente della Repubblica, comunque, ha firmato il decreto di accettazione delle dimissioni dell’Ambasciatore Giulio Terzi di Sant’Agata dalla carica di ministro degli Affari Esteri. Con lo stesso decreto, Mario Monti reggerà ad interim il ministero degli Affari Esteri.

 

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