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Cerignola, fermata banda specializzata negli assalti ai tir

Un’operazione avviata e conclusa in tempi brevi, quasi da record, e dal nome ‘particolare’: Fast and Furious. Gli inquirenti della Squadra Mobile di Foggia, del commissariato di Cerignola e del Servizio centrale operativo hanno sventato l’ennesima rapina ad un blindato che, proprio oggi, avrebbe attraversato la zona del Basso Tavioliere con un carico ingente di monopolio o di valori. E dai decreti di fermo, emanati dalla Procura di Foggia e firmati poco dopo la mezzanotte di ieri, alla loro esecuzione, all’alba di oggi, il tempo è stato quasi contato.

Il gruppo di assalitori, formato da 8 persone, aveva pianificato la sua prossima vittima nei minimi dettagli: armi da fuoco, tra cui un fucile Ak47 e una pistola calibro 9, oltre che auto di grossa cilindrata. Ma l’intervento delle forze dell’ordine ha mandato all’aria la rapina. Il piano d’azione era abbastanza chiaro, con tanto di mappa stradale ritrovata in possesso di uno dei fermati. Lo schema riassumeva l’esatta dinamica delle fasi dell’attacco al tir, con l’indicazione dei componenti della banda, indicati per nome e divisi per ruolo e responsabilità. Inoltre, nella memoria di un telefono cellulare trovato durante le perquisizioni effettuate nella notte, c’era anche un codice alfanumerico, poi riconosciuto come il numero di targa di un blindato di un istituto di vigilanza, che esegue trasporti di valori. E che proprio oggi avrebbe attraversato la zona di Cerignola.

Il gruppo dei sospettati era composto da Michele e Vincenzo Carosiello, Alessandro Cirulli, Giuseppe Lanza, Valerio Lionetti, Luigi Costantino, Giuseppe Compierchio e Vito Dibenedetto, tutti cerignolani e di età compresa tra i 34 e i 19 anni, tutti successivamente tradotti presso il carcere di Foggia, a disposizione dell’autorità giudiziaria competente.

Gli agenti erano sulle loro tracce da poco più di una settimana, ovvero dall’ultima rapina avvenuta lo scorso 4 marzo, lungo la strada statale 16, all’altezza del comune di Orta Nova. A carico degli indagati, infatti, sono emersi gravi indizi per la rapina con sequestro di persona, messa a segno con armi da fuoco ai danni di un autotrasportatore di fitofarmaci. Il carico del valore di circa 10mila euro non è stato recuperato, e gli inquirenti temono sia stato già piazzato sul mercato nero.

 

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