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Che fine ha fatto il progetto Copes?

Molti si chiedono che fine ha fatto la seconda fase del progetto COPES, l’ampliamento della graduatoria, annunciata nel mese di febbraio e mai attuata, si era prospettato l’inserimento al sussidio di povertà per altre 3000 famiglie, ma ad oggi, in piena estate, tutto appare dimenticato. Eppure è questo il momento in cui i disagi si inaspriscono e le differenze sociali assumono dimensioni più ampie. Il programma di contrasto all’esclusione sociale che integra il reddito delle famiglie bisognose, dovrebbe tener in considerazione tanti bisogni, tante piccole necessità, che sono quelle di moderare le diversità in questi giorni di feste popolari e vacanze estive. Sono i bambini ed i figli adolescenti dei poveri che maggiormente sono e si sentono esclusi da tutto. I ragazzi lo avvertono con maggior intensità, ed è difficile spiegare loro il perché. In Italia sono il 22% i bambini poveri, oltre la metà vive al sud, ma qui da noi, dove è sovrano il calo demografico; dove si detiene la top ten delle classifiche del peggio, questo dato è certamente più elevato. E’ evidente che la politica queste sensibilità poco le avverte, poco viene fatto per le politiche sociali se non che parlarne e promettere cose che non si mantengono; convegni ed ancora convegni ed intanto tutto tace, nulla si dice e niente è stato fatto intorno all’ampliamento della graduatoria per i beneficiari del progetto COPES. Sembra essere cosa dimenticata e lontana, l’annuncio dell’assessore alle politiche sociali che reclamava la vittoria di bandiera, per l’allargamento della lista della COPES. Oggi sono in tanti che dubitano che, l’annunciato inserimento in graduatoria di un discreto numero di partecipanti, si parlava di circa 3.000 famiglie, sia cosa reale. La frase che riecheggia tra i tanti senza voce è quella del: “ci hanno preso in giro” seguono indicibili parole sulla classe politica ad ogni livello. L’allarme sociale che va lanciato è quello di fare presto, la povertà sociale nella nostra città non può essere trascurato, si incominci a trovare soluzioni non solo con programmi di inclusione sociale, ma soprattutto sulla questione lavoro. Non sono poche le famiglie dove mamma e papà sono disoccupati, seguono a breve distanza i lavoratori in mobilità e cassa integrazione, pronti ad essere imminenti inoccupati e da inserire nella lista dei poveri. La politica smettesse di essere litigiosa ed inconcludente, a non occuparsi delle emergenze, a trascurare la città e la sua gente, sono questi i problemi che bussano con insistenza alla porta. Si costituisca un tavolo allargato a tutte le componenti politiche affinchè si trovino soluzioni alle problematiche sociali che non hanno colore politico. Siamo alla vigilia di eventi importanti, per il destino di oltre 10.000 ex lavoratori, la metà di agosto è dietro l’angolo e la crisi sociale potrebbe toccare livelli inaccettabili, inimmaginabili. E’ giusto che la politica ne prenda atto e se ne faccia carico.

Adriano Pedicini Consigliere Comunale PDL Matera

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