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Chissà cosa avevano in serbo questi tifosi

Eh già, chissà cosa frullava nella loro testa.

Italia-Serbia, una normale partita di qualificazione agli Europei 2012, è durata solo 6 minuti, per le continue intemperanze (atti vandalici, a dire il vero) dei tifosi serbi. 

Già nel pomeriggio, questi ultimi avevano seminato il panico per le vie di Genova, infastidendo i passanti nel centro cittadino.

Prima dell’inizio della gara, questi tifosi (in larga parte ultrà della Stella Rossa di Belgrado, la squadra più famosa di Serbia) si erano resi protagonisti di lancio di fumogeni verso l’adiacente gradinata nord, riempita da sostenitori dell’Italia. Il lancio è poi proseguito verso il campo, nonostante l’intervento dei vigili del fuoco, accompagnato anche dall’esplosione di una bomba carta. A guidare i serbi, un ragazzo in maglia nera, tatuato all’inverosimile, con un passamontagna. Il quale, con l’ausilio di un taglierino, rompe la rete di protezione del settore ospite. Senza che nessuno lo abbia fermato, davanti a tutta la gente.

I tifosi azzurri, allora, hanno risposto bagnandoli con un idrante. Nel frattempo, la polizia si è schierata in tenuta anti-sommossa, ma invano.

Risultato, partita sospesa e, molto probabilmente, la Uefa decreterà la vittoria dell’Italia a tavolino per 3-0 e per la Serbia una punizione molto severa. Il bilancio parla di 10 arresti, 20 feriti, di cui 2 Carabinieri.

Il tifoso di nero vestito, Ivan Bogdanov, non pago di quanto fatto, ha cercato di eludere la polizia, nascondendosi nel vano motore di un pullman. Purtroppo per lui, è stato riconosciuto grazie ad un tatuaggio sul bicipite destro. Tatuaggio che recita 1389, anno della battaglia della Piana dei Merli, che si concluse con la sconfitta dell’esercito serbo contro la Turchia, ma comunque mito fondante dello spirito ultranazionalista serbo.

La condanna per gli episodi di Marassi è stata unanime: Tomislav Karadzic, Presidente della Federcalcio serba, parla di “vergogna, imbarazzo senza precedenti per il nostro calcio. Siamo qui da due giorni e avvertivamo che c’era una polveriera”. Il capitano serbo, Dejan Stankovic, in lacrime, si è scusato con gli azzurri per il deplorevole spettacolo offerto dai suoi connazionali.

Secondo la tv serba RTS, i disordini dei tifosi potrebbero essere stati la risposta all’intervento della polizia la scorsa domenica a Belgrado contro gli estremisti di destra, intenti a bloccare il gay pride.

Fatto sta che avrebbe dovuto essere una semplice gara di calcio, con la gente che si era recata allo stadio per assistere ad uno spettacolo così coinvolgente come può essere una partita di ‘pallone’ (come diceva Rita Pavone); avrebbe dovuto essere la serata del duo blucerchiato Cassano-Pazzini e del genoano Criscito nel loro stadio, invece siamo ancora qui a parlare di violenza, di inciviltà. Siamo in mano ad un gruppetto di pseudo-tifosi che oramai hanno il controllo totale: decidono loro quando e come giocare.

La domanda sorge spontanea: ma queste persone vengono perquisite? Ci hanno propinato la tessera del tifoso, i tornelli all’ingresso, i biglietti nominativi, e i tifosi sono ancora liberi di portarsi l’arsenale, senza essere minimante bloccati?

E comunque, come sempre, in Italia si può fare di tutto, perché nessuno ha la certezza della pena. In Inghilterra non hanno certo sconfitto il problema degli hooligans col buonismo. Ecco perché negli stadi d’Oltremanica si respira un clima di ordine, controllo e disciplina. Qui da noi vige l’anarchia.

La pulizia deve avvenire in primo luogo all’interno delle Federazioni calcistiche; non c’è altra soluzione, squalifica o sconfitta a tavolino che tenga. Se diamo così tanta potenza a poche decine di imbecilli si rischia di giocare sempre a porte chiuse.

L’intento dei tifosi serbi era chiaramente quello di impedire lo svolgimento della gara: ci sono riusciti in pieno. Ora il video del tifoso in nero avrà già fatto il giro del mondo, ricevendo apprezzamenti da suoi simili. Probabilmente, anzi sicuramente, c’è stato il suo zampino nel fallito agguato al pullman della nazionale serba….

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