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Chiuse le indagini sulla ‘banda della spaccata’

Sono sei gli avvisi di conclusione delle indagini preliminari notificati ai presunti componenti della ‘banda della spaccata’ accusata di aver terrorizzato le attività commerciali del leccese, assaltando i bar e le rivendite di tabacchi annessi alle stazioni di servizio. Lo scorso ottobre, nei loro confronti, erano state emesse sei ordinanze di custodia cautelare, nell’ambito dell’operazione denominata ‘Break open’, e per cui rischiano di finire a processo. Della banda fanno parte anche due donne, Giovina Vitale, 42enne, e Carmen Coppola, 29 anni, che non solo avrebbero preso parte ai colpi, ma si sarebbero occupate di nascondere la refurtiva e le auto rubate. Almeno una decina gli assalti addebitati al ‘gruppo delle spaccate’, l’ultimo, in ordine di tempo, è stato messo a segno ai danni della stazione di servizio Q8 che sorge sulla Veglie-Leverano, a poche ore dal blitz della polizia che ha arrestato i membri della banda, dedita anche ad altri furti, sia di autovetture (usate sempre per gli assalti) sia di circa 400 paletti di metallo, utilizzati solitamente per la coltivazione dei vigneti, da rivendere sul mercato nero.

A capo dell’organizzazione, secondo gli inquirenti, c’erano Gennaro Riezzo, 42enne di Surbo, e Luciano Liuzzi, 35 anni (marito della Coppola), originario di Brindisi ma residente a Squinzano (LE). Liuzzi è già noto alle forze dell’ordine: infatti, è stato condannato in abbreviato a 11 anni di reclusione perché ritenuto uno dei presunti esponenti della cosiddetta ‘banda della 166’, dedita ai furti con spaccata. Gli altri due destinatari dei provvedimenti emessi del sostituto procuratore Giuseppe Capoccia, sono Tony Falcone e Carmelo Prete. Gli assalti prevedevano l’uso di mazze ferrate per mandare in frantumi le vetrate degli esercizi commerciali, e in mancanza delle stesse mazze, si utilizzavano le auto, utilizzate a mò di ariete per sfondarle. Una volta all’interno dei locali, i banditi arraffavano la merce: stecche di sigarette, ‘Gratta e Vinci’, denaro, slot machine e macchinette cambia soldi, lasciando dietro di loro una scia di distruzione e devastazione. E, grazie alle immagini delle telecamere a circuito chiuso, i responsabili sono stati identificati in diverse occasioni, mentre, mischiandosi fra la gente, studiavano i locali per poi poter intervenire nella maniera più adeguata.

Le indagini, coordinate dalla Squadra mobile di Lecce, sono state serrate e veloci. Nell’arco di due mesi gli agenti, coordinati da Michele Abenante (e dai funzionari Rocco Carrozzo ed Elena Raggio), hanno identificato i presunti responsabili, arrestandoli all’alba di ieri. Un lavoro articolato, che ha ricostruito, passo dopo passo, spostamenti e modus operandi della banda, raccogliendo una lunga serie d’indizi e prove schiaccianti.

 

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