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Cisl lucana a congresso: lavoro, crescita e coesione le priorità

Si è aperto nel pomeriggio a Rifreddo l’XI congresso regionale della Cisl alla presenza del segretario generale Raffaele Bonanni. Il congresso confederale, che si concluderà domani, sabato 13 aprile, chiude la stagione dei congressi della Cisl lucana, che ha visto coinvolti oltre 2.500 delegati in rappresentanza di 51 mila iscritti. Al Giubileo Hotel di Rifreddo-Pignola sono giunti circa 250 delegati eletti nel corso dei 19 congressi di federazione che si sono svolti nelle scorse settimane. Il tema scelto per questo appuntamento congressuale è “Oltre la crisi: insieme nella fabbrica del nuovo”, tema che il segretario generale Nino Falotico ha ben riassunto in circa mezz’ora di relazione introduttiva, in cui non è mancata la novità dell’ultim’ora, vale a dire l’annuncio del possibile ricorso allo sciopero generale regionale e unitario sulla vertenza degli ammortizzatori in deroga.

Per Falotico la crisi in atto è il prodotto di un duplice cambiamento: “Il primo è quello che va sotto il nome di globalizzazione. Il mondo occidentale è chiamato a condividere la gestione dell’economia con nuovi soggetti, come Cina, India e Brasile, e serve un nuovo equilibrio. La crisi è quindi destinata a continuare finché non sarà trovato un nuovo equilibrio tra soggetti e poteri che governano il mondo. Il secondo grande cambiamento consiste nella rottura del rapporto tra economia e società: l’economia si è globalizzata e finanziarizzata, per lo più in termini speculativi, mentre la società e il lavoro sono rimasti locali. L’economia è diventata indipendente dalla società e dai suoi fini, offrendo in cambio l’illusione di una crescita illimitata della produzione e dei consumi”.

Questo modello economico è saltato; e con esso sono saltati i tradizionali modelli politici di riferimento. “Con le ultime elezioni politiche è cambiato il parametro di riferimento della politica italiana. Dopo quello ideologico della prima repubblica, riassumibile nella dicotomia destra-sinistra e dopo quello geografico della seconda repubblica caratterizzato dal rapporto tra centro e periferia, ora siamo passati al parametro generazionale, quello che si gioca tra vecchio e nuovo, tra rendita e impegno, tra disperazione e speranza.” Secondo il leader della Cisl lucana va letto in questo senso l’exploit elettorale di Grillo. “L’ignavia e l’immobilismo suicida dei vecchi partiti non hanno scuse, ma la concezione mediatica e semplificatoria della democrazia e la strategia incerta e contraddittoria del M5S non rassicurano”.

Se la politica arranca, si aprono nuovi spazi di rappresentanza per il sindacato, “chiamato a riscoprire le ragioni che lo vogliono unitario, autonomo, contrattualista e pluralista”. Per Falotico “questo salto di qualità si può raggiungere solo con l’abbandono di anacronistiche impostazioni ideologiche, non più in grado di leggere la realtà e, tanto meno, di cambiarla. La natura del sindacato ci impone di interloquire e fare accordi con controparti e governi, quali che siano. Per questo la retorica degli accordi separati serve solo a nascondere la cattiva coscienza dell’incapacità di fare il proprio mestiere”.

Nel corso della sua relazione Falotico ha ribadito l’urgenza di “una riforma fiscale complessiva e organica che risponda agli obiettivi di giustizia ed equità con coerenza” e ha posto l’accento sulla necessità di “assicurare la tenuta del sistema produttivo con uno straordinario intervento di carattere fiscale che riduca il costo del lavoro e favorisca l’occupazione, soprattutto giovanile; e cambiare in profondità gli assetti istituzionali e amministrativi dello Stato, in direzione dello snellimento e della semplificazione”. In questo contesto si impone, inoltre, “la necessità di ricomporre il dualismo del mercato del lavoro, superando le differenze tra chi gode di tutele legislative e contrattuali e chi non ne gode affatto”.

Riferendosi al dibattito sulla nuova giunta regionale, Falotico ha detto che “serve un coraggioso progetto politico” e ha rilanciato la proposta unitaria di “un piano per il lavoro, la crescita e la coesione”, a partire dalla richiesta di “garantire gli ammortizzatori sociali in deroga per tutto il 2013” e di prevedere “un reddito di inserimento o reinserimento per i lavoratori che perdono il posto di lavoro”. Per il segretario della Cisl lucana, ripartendo da quanto di buono fatto con il patto di sistema Obiettivo Basilicata 2012, “occorre potenziare subito il credito di imposta per le imprese, concentrando su questa misura tutta o la gran parte delle risorse comunitarie non utilizzate e concentrare le risorse ex Fas per far ripartire i contratti di sviluppo, mettere subito in moto gli investimenti in innovazione che inspiegabilmente non decollano”. Falotico ha infine detto che “almeno l’80 per cento dei nuovi occupati nel settore del petrolio dovranno essere lucani” e che “è tempo di firmare un accordo con Total così come è stato fatto con Eni”.

Raffaele Bonanni ha preso la parola prima di partire alla volta di Torino dove parteciperà al convegno promosso da Confindustria tra sindacati e industriali per discutere (e forse firmare) il “Patto della fabbrica”. Bonanni ha lanciato un duro je accuse alla politica: “La classe politica, non solo quella italiana, pur di avere il consenso, hanno distribuito i soldi dei contribuenti determinando il problema del debito pubblico. Questo è un modo sbagliato di concepire la democrazia. La svalutazione della rappresentanza politica e sociale ha prodotto due malattie: l’idea che la democrazia diretta sia l’unico modo per governare le democrazie complesse e la ricerca del potere verticale, come il presidenzialismo, che ammazzerebbe totalmente la nostra democrazia. I partiti hanno gravi responsabilità perché hanno smarrito il senso della loro funzione e della loro storia. L’unica soluzione ai nostri mali è costruire gli Stati Uniti d’Europa per controbilanciare i grandi potentati economici. Senza partecipazione e senza rappresentanza noi da questo pantano non usciremo. La posta in gioco è quella economica e quella democratica. Ciascuno deve assumersi le proprie responsabilità, a partire dai partiti che devono darci un governo. Non sta a noi dire con chi devono fare il governo. Serve un tregua tra i partiti perché la politica non è il palio di Siena dove vince il quartiere e non la città”. Tra le priorità che la Cisl mette nel piatto del prossimo governo, il fisco occupa il primo posto. “Siamo caricati come muli di tasse, soprattutto lavoratori e pensionati, e altre tasse si annunciano nei prossimi mesi. È una situazione che non ha precedenti. Troppe tasse tolgono ossigeno all’economia. Bisogna tagliare fortemente le tasse e rendere l’evasione fiscale un reato penale”. Bonanni ha quindi detto che “nessun paese europeo ha tanti livelli amministrativi quanto l’Italia, costano un sacco di soldi e si bloccano tra di loro. Occorre pagare i debiti della pubblica amministrazione, ma bisogna allo stesso tempo anche razionalizzare e semplificare, rendendo le Regioni più sobrie, consorziando i Comuni e tagliando le municipalizzate”.

 

 

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