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Clima teso all’interno dell’Ilva

La situazione all’interno dell’Ilva è a dir poco molto tesa. Siamo passati da una fase in cui si stava discutendo del risanamento dell’Ilva e del suo rilancio industriale al nulla inoltre con Enrico Bondi commissario dell’Ilva la priorità era la bonifica e la messa in sicurezza ambientale, la riqualificazione e la innovazione tecnologica degli impianti e il reperimento delle risorse finanziarie necessarie del siderurgico di Taranto per poi vedere il suo collocamento sul mercato.
Adesso, invece, la priorità è quella di vendere nelle condizioni di maggiore facilità subito lasciando a chi verrà l’onere di affrontare i problemi.
Noi siamo contrari. C’é ormai un’evidentissima condizione di incertezza che determina solo preoccupazioni e tensioni tra i lavoratori, nella città e nelle imprese che lavorano con l’Ilva. Lo stabilimento di Taranto attraversa una fase estremamente critica e non ci si rende conto che i lavori di risanamento ambientale rischiano di fermarsi del tutto per mancanza di risorse e di indirizzi. Ci sono già tre mesi di ritardo sul cronoprogramma del Piano ambientale, introdotto dalla legge 89 del 2013 (commissariamento dell’azienda) e confermato dalla legge 6 del 2014 (aumento di capitale).
Il Piano ambientale, che deve essere un punto fermo del Piano industriale dell’Ilva, è stato approvato dal Governo a marzo scorso con Dpcm e a maggio pubblicato sulla “Gazzetta Ufficiale”. Nel Piano si riprendono e dettagliano le prescrizioni dell’Aia, fissando anche i nuovi tempi di attuazione.
Costo dell’Autorizzazione integrata ambientale, 1,8 miliardi di euro in 36 mesi che decorrono dall’agosto scorso, data di pubblicazione sulla GU della legge 89 del 2013. Lo studio Sentieri, da parte dell’Istituto superiore di sanità, ci descrive un quadro drammatico in termini di impatto delle emissioni sulla salute dei cittadini e dei bambini in particolare.
La scelta dei Riva di impugnare al Tar del Lazio lo stesso Piano ambientale col relativo Dpcm, è coerente con la loro convergenza industriale. Sembra un ulteriore gioco allo sfascio quasi volto a invocare un ulteriore intervento della Magistratura.
Mimmo Panarelli – Segretario Generale FIM CISL Taranto-Brindisi

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