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A Colobraro il Sogno di una notte a quel paese continua

La jella? Non esiste! A quel paese si continua a sognare, in barba pure all’adagio popolare che avverte: anno “bisesto anno funesto”. Neanche il debutto “bagnato” è riuscito a fermare il “Sogno di una notte a quel paese” che, nelle prime due uscite di questa ottava edizione, è stato in grado di regalare ugualmente risate e divertimento ai numerosi turisti giunti per assistere all’evento.
“Colobraro nell’immaginario collettivo è ormai il paese della magia per antonomasia. Merito di un format e di una organizzazione ormai collaudata – commenta soddisfatto il sindaco Andrea Bernardo- siamo felicissimi del riscontro che l’evento continua a riscuotere. Per noi si tratta di una conferma che ci gratifica di tutti gli sforzi compiuti da una squadra che si avvale del contributo di tante persone”. Una magia pronta a rinnovarsi venerdì 10 e martedì 14 agosto, quando 42 figuranti (tutti attori non professionisti, fatta eccezione per Emanuele Asprella), diretti da Giuseppe Ranoia, torneranno ad animare le vie del borgo. Un dispettoso “monachicchio” fa da filo conduttore al racconto che tra storia e finzione scenica accompagna i visitatori alla scoperta dei tanti tesori nascosti di Colobraro. Ovviamente, prima, di varcare la soglia di accesso a “quel paese” è necessario munirsi dell’ “abitino”, un potente amuleto anti-jella. E’ alla masciara donna Fortunata che tocca il compito di svelare tutti i segreti del rito dell’ “affascina”, mentre il monachicchio crea scompiglio ad ogni suo passaggio, seminando discordia e litigi. Così per le vie di Colobraro, nel frattempo, prendono vita altre storie, con tanto di lupi mannari, storie di briganti e garibaldini, e persino un ridanciano funerale con tanto di prefiche, in cui l’intervento provvidenziale di San Carpanazzo suggella, in un clima di ironia e leggerezza, questo viaggio tra storia e superstizione.
Non prima, però, di aver fatto tappa al Palazzo delle Esposizioni, dove è possibile visitare la mostra fotografica “Con gli occhi della Memoria”, insieme alla mostra su “La Civiltà contadina” e “La casa contadina”. E a fine viaggio tutti a tavola. Il percorso, infatti, si conclude con una sagra a base di piatti tipici e il mercatino dell’artigianato locale. “La nostra- spiega ancora Bernardo- è una formula che amplia e rafforza l’offerta turistica della costa jonica, attraverso un evento che è anche un’opportunità culturale in grado di far conoscere aree dell’entroterra come Colobraro, luogo ricco di fascino e storia”. La partecipazione di pubblico, in corrispondenza del picco dei flussi turistici nelle località balneari e a Matera, capitale europea della cultura nel 2019, è prevista in aumento. A tal proposito il primo cittadino fornisce qualche suggerimento per una fruizione ideale del percorso teatrale itinerante: “Il nostro consiglio, in special modo alle famiglie con bambini, è di anticipare di una mezz’ora l’arrivo a Colobraro in modo da partecipare al primo spettacolo delle 18, di solito meno affollato e con una condizione di luce ancora ideale per poter ammirare al meglio le bellezze del borgo, il castello e, dal nostro punto panoramico, la veduta mozzafiato della valle del Sinni”. A facilitare il percorso turistico guidato ai tesori d’arte e storia di Colobraro, il Qr code presente su tutta la cartellonistica dei luoghi di interesse di un paese magico, ancora tutto da scoprire.

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