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Comunità Montane, riprendere la discussione

“Dopo la recente sentenza della Corte costituzionale, sulle Comunità montane si deve andare ai tempi supplementari”. Lo sostiene il segretario generale della Cisl Basilicata, Nino Falotico, che auspica la ripresa del confronto con il governo regionale alla luce della sentenza della Corte costituzionale che ha di fatto ripristinato il fondo per lo sviluppo e gli investimenti destinato alle Comunità montane, confermando, allo stesso tempo, che la disciplina e il finanziamento ordinario degli enti montani sono appannaggio delle Regioni in base all’articolo 119 della Costituzione.

Per il segretario della Cisl “al di là del merito giuridico e delle conseguenze finanziarie della sentenza è opportuno che sulla governance territoriale si riattivi il confronto con le parti sociali con un duplice obiettivo: fornire le necessarie garanzie al personale delle soppresse Comunità montane, pari a circa 300 unità, cui va aggiunto il personale precario; assicurare la continuità dei servizi sul territorio, ampliandoli come era stato previsto nella legge istitutiva delle comunità locali, con particolare riferimento al settore della forestazione che, in assenza di un ente preposto, rischia di subire notevoli contraccolpi, anche sul piano contrattuale”.

Secondo Falotico “la soluzione transitoria partorita in consiglio regionale, con la quale si sono liquidate tanto le Comunità montane quanto le annunciate Comunità locali, definendo al contempo una fase di transizione di sei mesi, rischia di non avere approdi significativi, con il paradosso che in Basilicata non ci sarà alcun livello amministrativo in grado di svolgere le funzioni finora assicurate dalle Comunità montane, perdendo così le risorse derivanti dal citato fondo per lo sviluppo, e questo proprio mentre la Corte costituzionale ripristina il fondo nazionale per lo sviluppo e gli investimenti e il governo si appresta a varare il relativo decreto, così come richiesto insistentemente dall’Uncem nazionale e come annunciato dai ministri Fitto e Calderoli, con il quale saranno stanziate anche le risorse per il rinnovo del contratto nazionale”.

“Proprio per scongiurare il rischio di un vuoto amministrativo”, il segretario della Cisl avanza la proposta di “un tavolo di concertazione con Regione, Uncem, Province e Anci per definire una soluzione partecipata che tenga insieme pluralismo istituzionale e rigore finanziario e che assicuri allo stesso tempo un forte presidio del territorio, specie di quello montano che presenta specificità e bisogni che vanno tenuti in debita considerazione”.

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