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Conferenza delle Regioni su Edilizia Residenziale Pubblica

Il coordinamento tecnico interregionale in materia di Edilizia ed Edilizia residenziale pubblica della Conferenza delle Regioni ha affrontato oggi a Roma, su richiesta del presidente della Regione Basilicata Vito De Filippo, le questioni legate all’edilizia Residenziale Pubblica. In particolare sono stati esaminati i documenti in materia di Federalismo fiscale municipale sul sistema di edilizia residenziale pubblica, di nuova fiscalità e sostenibilità e le modalità di utilizzo delle risorse del Piano nazionale di edilizia abitativa.

“Considerata la carenza di finanze previste nel Decreto Sviluppo e nella Manovra di stabilizzazione – ha spigato l’assessore alle infrastrutture Rosa Gentile che ha coordinato la riunione- l’emergenza abitativa che sta crescendo ogni giorno di più, preoccupa le Regioni d’Italia. Tale condizione – ha detto Gentile- si evince attraverso un disagio sociale elevato che interessa soprattutto le categorie più deboli. Come Coordinamento – ha aggiunto Gentile – abbiamo espresso la necessità di puntare su una nuova fiscalità e sull’opportunità di modificare le modalità di riparto delle risorse destinate alle emergenze abitative. Le valutazioni del Coordinamento – spiega Gentile – sono state riassunte in un documento tecnico, stilato nello scorso mese di luglio, che propone emendamenti alla proposta del Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti soprattutto per la parte che riguarda le modalità di utilizzo delle risorse, pari a 100 milioni di euro, destinate al Piano nazionale di edilizia abitativa. La proposta del Ministero delle Infrastrutture è quella di destinare le risorse a interventi di recupero nei centri storici di abitati minori, al di sotto di 7500 abitanti, posti ad una distanza non superiore a 25 chilometri dai capoluoghi di provincia, finalizzati all’incremento dell’offerta abitativa di alloggi sociali, al miglioramento delle condizioni ambientali, all’adeguamento e allo sviluppo delle opere di urbanizzazione e delle dotazione dei servizi ed alla integrazione sociale”.

“La selezione delle proposte – spiega ancora Gentile – avverrebbe attraverso un bando di gara a livello nazionale. Ciascuna proposta di intervento dovrebbe essere dimensionata su un finanziamento statale di 2,5 meuro per i comuni fino a 2.500 abitanti e di 5 milioni di euro per i comuni da 2.501 a 7.500 abitanti. A ciascun comune verrebbe richiesto un apporto obbligatorio di risorse aggiuntive pari a 30 % del finanziamento statale da destinare, in via prioritaria, alla realizzazione e alla promozione di iniziative economiche e produttive e di sostegno alle piccole imprese locali al fine di costituire una nuova integrazione del tessuto sociale e che veda la contemporanea presenza di residenti piccoli artigiani. Il Coordinamento – aggiunge Gentile – ha espresso contrarietà a perseguire gli obiettivi indicati nella proposta del Ministero delle Infrastrutture rivendicando autonomia nella destinazione delle risorse per far fronte a specifiche situazioni di emergenza abitativa. In particolare è stata ribadita l’esigenza di dover restituire alle regioni la potestà programmatoria delle risorse rigettando l’ipotesi del bando nazionale. Secondo gli assessori le risorse disponibili devono essere ripartite tra le regioni lasciando alle stesse l’autonomia nella scelta degli obiettivi da perseguire sulla base delle proprie specificità. Al fine di garantire la celerità della spesa le regioni – evidenzia Gentile – hanno suggerito lo scorrimento di graduatorie esistenti relative a programmi simili a quello proposto dal Ministero per finanziare interventi immediatamente cantierabili. E’ stata inoltre evidenziata la difficoltà da parte dei piccoli comuni di accedere al cofinanziamento obbligatorio richiesto pari al 30 % del finanziamento statale e di rivedere la “soglia di significatività” richiesta per tali programmi in considerazione che diverse regioni, in caso di riparto, si vedrebbero attribuite risorse inferiori alle soglie minime richieste. Gli assessori hanno inoltre evidenziato che non vi è proporzione tra l’obiettivo quantitativo di alloggi da realizzare con il contributo statale e la tipologia dei comuni individuati che, se stanno nel raggio di 25 chilometri dai capoluoghi, hanno già conosciuto, negli anni passati, il fenomeno della migrazione di popolazione verso l’hinterland, che ha costituito uno dei motori della diffusione edilizia nel territorio. Il tavolo di coordinamento tecnico delle Regioni – conclude Gentile – non ritiene percorribile quindi l’iniziativa del bando nazionale e propone al Ministero di impegnare lo stanziamento con un decreto di riparto fra le regioni che, pur nel rispetto del vincolo di destinazione delle risorse al Piano nazionale di edilizia abitativa, consenta a ciascuna regione di utilizzarle in modo autonomo in coerenza con le proprie linee di programmazione”.

 

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