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Consorzio di bonifica, la Fai Cisl attacca la Mazzocco

Acque sempre più agitate al consorzio di bonifica Alta Val d’Agri. La Fai Cisl lancia un duro atto d’accusa contro l’assessore regionale all’Agricoltura, Vilma Mazzocco, che, nonostante i continui richiami dei sindacati e la sollecitazione del prefetto di Potenza, non è intervenuta sull’amministrazione dell’ente affinché venissero liquidate le spettanze dovute ai lavoratori. “Sono mesi che attendiamo un segnale di attenzione dalla Mazzocco – spiega il segretario generale della Fai Cisl lucana, Antonio Lapadula – e a nulla è valso l’intervento dello stesso prefetto di Potenza per la risoluzione delle problematiche dei lavoratori più volte denunciate dalla Fai Cisl. A questo punto – continua Lapadula – viene da pensare che le persone nominate non hanno evidentemente alcun interesse verso i territori e verso i lavoratori”.

Oltre alle ben note difficoltà finanziarie, denuncia la Fai Cisl, si è aggiunta in queste settimane la mancata riassunzione di 18 lavoratori a tempo determinato e di 38 lavoratori a tempo indeterminato ciclico che operano nel consorzio di bonifica Alta Val d’Agri per 7 mesi all’anno. Per Lapadula “si tratta dell’ennesima testimonianza di una situazione al limite del collasso che mette in discussione la continuità stessa dei servizi in un momento cruciale della stagione irrigua”.

Il segretario generale della Fai Cisl lucana critica, inoltre, “l’atteggiamento passivo delle associazioni professionali agricole che sulla gestione dei consorzi si sono dimostrate sostanzialmente indifferenti. È arrivato il momento – aggiunge Lapadula – che i principali beneficiari dei servizi offerti dai consorzi di bonifica facciano sentire la propria voce e cooperino con il sindacato affinché si arrivi a un riordino complessivo e condiviso del settore. Per quanto ci riguarda – conclude il segretario della Fai Cisl – se non interverranno novità sostanziali e se l’assessore Mazzocco continuerà a dimostrarsi insensibile alle problematiche dei lavoratori, valuteremo le azioni da mettere in campo, senza escludere la proclamazione dello stato di agitazione e il conseguente blocco delle attività”.

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