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La criminalità organizzata dietro la perdita percentuale del PIL in Puglia e Basilicata

“L’insediamento della criminalità organizzata in Puglia e Basilicata nei primi anni Settanta ha generato nelle due regioni, nell’arco di un trentennio, una perdita di Pil di circa il 16 per cento”. Lo sostiene il governatore di Bankitalia, Ignazio Visco.
“La presenza della criminalità organizzata determina una distorsione nell’allocazione delle risorse pubbliche. – ha detto Visco – La criminalità ha un effetto negativo sugli investimenti in generale e quelli diretti dall’estero in particolare. Utilizzando l’indicatore Doing Business, che fornisce una sintesi della qualità dell’ambiente istituzionale, e considerando il grado di penetrazione criminale nel territorio, è stato stimato che, a parità di altre condizioni, se le istituzioni italiane fossero state qualitativamente simili a quelle dell’area dell’euro, tra il 2006 e il 2012 i flussi di investimento esteri in Italia sarebbero risultati superiori del 15% (quasi 16 miliardi) agli investimenti diretti effettivamente attratti nel periodo”.
Dallo studio fatto da Visco, inoltre, emergerebbe che le aziende che operano nelle aree caratterizzate da alti livelli di criminalità, pagavano tassi d’interesse di circa 30 punti base più elevati rispetto a quelli pagati dalle imprese attive in zone con bassa criminalità ed erano costrette a fornire maggiori garanzie per ottenere credito”.

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