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Crisi Venezuela, Mollica e Pace scrivono al ministro Alfano

“È una piccola guerra, per ora, con enormi potenzialità di crescita. Analizzando i fatti, ma soprattutto le tante lettere che ci stanno arrivando dai nostri corregionali lucani che da mesi stanno vivendo uno scenario apocalittico, non possiamo ignorare i loro appelli di aiuto rimanendo estranei alle vicende, e non farci così portavoce con le istituzioni competenti. I lucani in Venezuela ci chiedono di intervenire in loro aiuto esternandoci una disperazione che ci mortifica anche per l’impotenza dell’agire”. E’ tanta la preoccupazione espressa da Francesco Mollica, presidente del consiglio regionale di Basilicata, nella missiva indirizzata al ministro degli Affari Esteri Angelino Alfano ed al console italiano a Caracas Mauro Lorenzini, alla luce dei disordini nel paese sudamericano. Mollica, assieme ad Aurelio Pace, presidente della Commissione regionale dei lucani nel mondo, chiede che la Regione venga tenuta aggiornata sull’evoluzione dei negoziati eventualmente intrapresi, affinchè i nostri corregionali lucani possano rassicurarsi sull’efficacia dell’intervento italiano, pur nella consapevolezza delle difficoltà dell’operazione”.
“Siamo preoccupati – scrivono Mollica e Pace – per la difficile condizione che sta vivendo il popolo venezuelano e, di conseguenza, i nostri connazionali lì residenti. Le cifre della repressione di queste ultime settimane parlano chiaro circa la natura violenta ed antidemocratica di quello che resta della Repubblica Venezuelana. La situazione in cui versa il Paese non può e non deve lasciarci indifferenti. Oggi sentiamo ancora di più il dovere di non limitarci ad una partecipazione passiva ma di sottolineare che il problema Venezuela è anche un problema italiano. I nostri connazionali non devono essere dimenticati”.
Mollica e Pace chiedono al ministro “che nella gestione dell’azione, tenga presente l’indissolubile legame che gli emigranti conservano con la loro terra di origine, continuando a considerarla come una madre che non può negare la sua protezione in questi momenti difficili”.

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