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Dalai Lama a Scanzano Jonico

Ci sono altezze che superano le curve dei nostri orizzonti. Planetari respiri fatti di amore e di pace che spingono gli uomini, nella loro moltitudine, a sorvegliare questi valori. Inondiamo i circuiti a volte stretti, altre modesti, di questo fiato lungo e speranzoso. Proviamo ogni giorno a spingere in alto i nostri occhi.

Nel 2003 la Basilicata, con il contributo delle Regioni vicine, si rese protagonista di una pacifica battaglia di resistenza contro il deposito di scorie nucleari a Scanzano Jonico. Quella battaglia non fu fatta nel nome della presunta “proprietà” di un territorio, ma piuttosto per salvaguardare da una pericolosa contaminazione millenaria aree che, sappiamo essere innanzitutto patrimonio dell’umanità intera, contemporanea e futura. Quella visione l’abbiamo rinnovata con la scelta di dar vita alla Città della pace a Terzo Cavone luogo adatto ad accogliere rifugiati provenienti da tutto il mondo, e che, come testimonia la presenza di 2 premi Nobel per la Pace tra cui sua Santità il Dalai Lama, è un progetto realizzato in Basilicata ma ha evidenti aspirazioni più grandi.

In questo il nostro concetto di Pace mostra molte affinità con quello proposto dal Dalai Lama nel prospettare un sistema in cui tutti gli esseri viventi possano elevarsi in armonia e contaminarsi veramente ma con un ambiente prospero e luminoso. Gli abitanti di questa regione italiana, sanno di dover offrire il proprio territorio e la propria ospitalità per contribuire ad una causa di rilevanza mondiale, quale quella voluta dalla Città della Pace, e sanno anche di avere l’obbligo di preservare questo angolo di mondo da scempi irreversibili.

Ma nella scelta che abbiamo fatto c’è anche altro: quello di coltivare la compassione e per educare i nostri figli a questo sentimento. Si la compassione, spazio fulminante, di umanità e di solidarietà. Quella compassione degli operatori di pace che saranno chiamati figli di Dio come dice il Vangelo di Matteo da Sua Santità il Dalai Lama più volte citato. Così, se il progetto Città della Pace ha sicuramente alla sua origine l’opera incessante e appassionata di Betty Williams, ha anche radici mi sentirei di dire, che affondano, ancora una volta, nell’insegnamento che sua Santità il Dalai Lama va diffondendo per il mondo: coltivare la compassione ed educare i bambini alla compassione, a chiedersi cosa si può fare per gli altri, per il pianeta, rivolgersi a tutte le forme di vita, lavorare per progetti di rinascita e fare in modo che siano più le azioni a fornire insegnamenti che non le parole. E’ quello che, nel piccolo questa terra, partendo da differenti radici culturali, ha sviluppato. La stessa sensibilità che ci ha consentito di realizzare la Città della Pace. Grande attenzione ai bambini che vivono situazioni di difficoltà estrema, a cui offriamo accoglienza con le loro famiglie. Attenzione ai nostri figli perché imparino fin da piccoli che ciò che si può fare per gli altri ha la stessa importanza di ciò che si puoi fare per se stessi e spesso coincide. Educazione e legame per la terra per un mondo di cui l’uomo è una parte e in cui inevitabilmente lascerà la sua impronta. E’ amore per un luogo che non è proprio, ma di cui si è figli e custodi, che non è eredità dei padri, ma prestito dei figli. Un amore particolare per il posto in cui si è nati, per il suo equilibrio, per la sua libertà, che ancora una volta ci porta vicini a sua Santità il Dalai Lama che, da uomo e da autorità spirituale, ha consacrato la sua vita alla testimonianza di questi valori.

Vi sono momenti nei quali quell’altezza la si sente più a portata di mano, oggi in Basilicata e a Scanzano grazie a Lei, Sua Santità ci sentiamo molto vicini.

 

 

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