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I dati sull’immigrazione in Basilicata

“In Basilicata sono residenti circa 23 mila stranieri regolarmente iscritti in anagrafe. Sono il 4% della popolazione residente. Intanto nel 2016 hanno lavorato in Basilicata 44 mila stranieri, comunitari e non, l’8 % della popolazione residente. I richiedenti asilo al momento ospitati in 70 comuni, che diventeranno presto 80 per le procedure in corso presso le Prefetture titolari della gestione delle allocazioni, sono circa il  3,1% dell’accoglienza nazionale a fronte del 2% del Molise che ha metà della popolazione della Basilicata. Ecco le cifre:1990 in Cas di prima accoglienza, 550 in seconda accoglienza Sprar e 350 minori non accompagnati. In un dato essenziale: 0,60 % della popolazione lucana censita da Istat”. Lo sostiene in una nota Pietro Simonetti, responsabile Task force migranti della Regione Basilicata.
“In sostanza – aggiunge Simonetti – 44 mila migranti sostengono l’agricoltura, il lavoro di cura, il ciclo delle costruzioni ed i servizi per attività sostitutive della forza lavoro locale. L’accoglienza degli ingenti flussi migratori degli ultimi due anni è stata gestita dalle Prefetture e supportata da importanti e innovativi accordi con le istituzioni regionali e locali che sono state apprezzate a livello nazionale ed europeo. Molte luci e qualche criticità nel percorso attuato che vanno valorizzate e affrontate a partire dalla attuazione del nuovo piano predisposto dal Ministero degli Interni, che ha accolto proposte della Regione, anche in parallelo alla riduzione concreta dei flussi in entrata. La Regione Basilicata ha progettato, ha proposto, realizzato interventi e predisposto misure. Adesso si tratta attuare in particolare gli interventi per il lavoro utile, la formazione professionale, lo studio dell’italiano obbligatorio anche in prima accoglienza e la formazione professionale oltre all’educazione civica. Diritti e doveri per chi accoglie e viene accolto. Non devono passare 8 mesi per attuare il progetto Acta di Potenza e 6 mesi per la utilizzazione  dei fondi erogati dal governo ai comuni ospitanti lucani pari a 1,2 milioni anche per attività” di inclusione. E’ importante la decisione assunta ieri in Prefettura di attuare gli accordi relativamente anche per il capoluogo. Si tratta di intensificare il lavoro per l’inclusione ed in particolare affrontare il tema della gestione nei centri Cas. Il tema non è solo il rispetto dei contratti, compreso i vincoli degli operatori assunti, ma anche del dispiegamento delle iniziative a partire dalle molte buone pratiche nei capoluoghi  ed in tanti comuni con la preziosa collaborazione delle amministrazioni comunali e delle associazioni varie. L’impegno quotidiano in formazione, attività lavorative e culturali per i richiedenti asilo è un fatto inderogabile. Ed ancora lotta al caporalato a partire dalla eliminazione delle capanne e del centro di coordinamento di intermediazione illegale di “Mulini Mattinelle” comune di Venosa”.

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