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Dibattito estivo sull’università e numero chiuso

università aldo moro_bariIn questi giorni le uscite pubbliche di Giavazzi e Chiodi che si sono espressi a favore della chiusura di atenei come Bari, Messina e Urbino perché ‘bocciati’ dalle valutazioni dell’Anvur ha aperto un forte dibattito sull’Università.

Condividiamo le dichiarazioni che oggi Petrocelli ha rilasciato su Repubblica. La fiducia che gli studenti hanno riposto nelle nostra università con l’alto numero di iscrizioni ai test per i corsi a numero programmatico risponde nei fatti alla pochezza delle polemiche espresse dal governatore Chiodi. D’altro canto però il calo degli iscritti è un elemento allarmante e rappresenta un trend ormai affermato in questo paese ed è dimostrazione palese del fallimento delle politiche di austerità che esistono da prima della crisi.

Lo scarso numero di iscritti e laureati in questo paese impone, come dice lo stesso Petrocelli, una messa in discussione del numero chiuso e il dibattito sembra aperto e parte dai settori di medicina e infermieristica, addirittura anche all’interno dell’ordine dei medici, visto che un pensionamento massiccio di medici rischia di far verificare grossi vuoti di organico e una crisi del sistema sanitario nel fornire cure adeguate.

Da anni denunciamo l’assurdità del sistema numero chiuso e riteniamo che la valutazione vada effettuata durante il percorso accademico e non sulla base di test a crocette dimostratisi assolutamente inadatti. Il numero chiuso e/o programmato ha la sola funzione di impedire l’accesso alla formazione universitaria a migliaia di studentesse e studenti, per giustificare la carenza di fondi e strutture delle Università, specialmente al Sud e per mantenere in piedi un assetto di potere corporativo.

Ci preoccupa, particolarmente, invece, la posizione espressa da Uricchio (nuovo Rettore in pectore dell’UNIBA, che entrerà in carica a Novembre) al TG3 che sostiene sia impensabile eliminare il numero chiuso, in evidente contrasto con quelle di Petrocelli oggi sui giornali locali. L’Università ha bisogno di sperimentare modalità nuove e tra queste deve essere centrale l’esigenza di ragionare sulle possibilità di accesso.

Alessandro Castellana – Coordinatore LINK BARI

 

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