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Dibattito presso l’ateneo di Bari sul futuro della struttura

Bisogna sfondare il muro dell’indifferenza rispetto all’assegnazione degli appalti da parte dell’Uniba: sebbene si risparmierebbero decine di milioni di euro qualora tanti servizi forniti dall’Uniba fossero gestiti da una società in house providing a totale capitale pubblico, tuttavia l’amministrazione dell’Uniba con tutti i suoi luminari vuole escludere qualsiasi possibilità di gestire i servizi in maniera quasi-pubblica ponendo fine alla lunga serie di appalti.

Se l’università costituisse una società in house-providing per la gestione del servizio di pulizia e non solo, i lavoratori avrebbero la sicurezza occupazionale, l’aumento dei salari fino al 30/40%, tranquillità sul luogo di lavoro. L’università risparmierebbe 2-3 milioni di euro e avrebbe migliori servizi; agli studenti potrebbero essere abbassate le tasse e/o distribuite borse di studio. Le aziende sarebbero giustamente cacciate dopo che in questi anni hanno fatto profitti milionari senza motivo, sfruttando i lavoratori e gli studenti.

La semi-internalizzazione dei lavoratori delle pulizie attraverso una società-in-house-providing è già avvenuta nella sanità pubblica. Dopo una mobilitazione convita e duratura i lavoratori delle pulizie della sanità pugliese sono diventati dipendenti della società-in-house Social Service e le aziende e cooperative sono state allontanate. De facto il servizio di pulizia è stato internalizzato portando ad un risparmio di milioni di euro, alla sicurezza occupazionale e all’aumento dei salari dei lavoratori; tuttavia la gestione privatistica della sanità pugliese continua attraverso l’istituto delle cliniche convenzionate.

L’amministrazione dell’Uniba da decenni cerca di nascondere sia lo spreco di danaro pubblico in favore dell’arricchimento di società private (pochi privilegiati sfruttatori), che lo sfruttamento di lavoratori e studenti. Mentre l’università italiana e quella barese in particolare diventano sempre più classiste e di casta escludendo tanti studenti, mentre i lavoratori sotto aziende appaltatrici sono sotto ricatto, hanno salari da fame, mentre centinaia di dottorandi, dottori di ricerca, assegnisti possono solo sopravvivere a causa di una retribuzione bassissima, il rettore dell’Uniba afferma sulla Gazzetta del Mezzogiorno che la gestione attuale non poteva essere migliore rispetto alle risorse a disposizione. Questo e altro nel dibattito di martedì 22 gennaio ’13 ore 9 presso il II piano dell’Ateneo.

 

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