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Dissequestro Cova, Falotico: “Sul petrolio bisogna cambiare registro”

“Il dissequestro del centro olio di Viggiano è una notizia positiva che va nella direzione a più riprese auspicata dal sindacato, ora Eni faccia quanto è di sua competenza per rimettere in moto nel più breve tempo possibile gli impianti e consentire così il riassorbimento di tutta la manodopera diretta e indiretta messa in cassa in cassa integrazione a seguito dell’inchiesta giudiziaria”. Il giorno dopo il dissequestro del Cova il segretario generale della Cisl Basilicata, Nino Falotico, torna sul tema e squaderna sul tavolo tutte le questioni rimaste appese alla data fatidica del 31 marzo: dall’attuazione del contratto di sito al rafforzamento dei controlli ambientali, dalla richiesta di nuovi investimenti da parte di Eni nel settore delle energie alternative alla rimodulazione dei fondi inutilizzati del Piano Operativo Val d’Agri, dal decollo dell’annunciato dipartimento regionale all’energia alla costruzione di un rinnovato clima di fiducia tra opinione pubblica e compagnie petrolifere.
“Il nostro auspicio è che il tavolo in Confindustria del 4 agosto scorso – spiega Falotico – possa segnare un importante cambiamento di approccio da parte di Eni nei confronti delle istituzioni locali, delle parti sociali e dell’opinione pubblica lucana. È importante che ci sia una maggiore disponibilità della compagnia sulle questioni occupazionali che riguardano anche l’indotto in modo da aprire una nuova pagina nei rapporti tra Eni e comunità regionale. È chiaro che sul petrolio bisogna cambiare registro. La sfida che ci attende è ricostruire un clima di fiducia e cooperazione tra opinione pubblica e compagnie petrolifere dopo le note vicende giudiziarie che hanno scosso il settore e l’esito del referendum dello scorso aprile che ha visto la maggioranza degli elettori lucani votare in controtendenza rispetto al resto del paese. È la spia di una disaffezione che affonda le radici nella frustrazione delle aspettative che il petrolio aveva suscitato agli esordi”.
Come si ricostruisce un clima di fiducia tra compagnie e comunità? Per il segretario della Cisl “il primo passo deve essere il rafforzamento della filiera dei controlli ambientali secondo il principio della netta separazione tra controllore e controllato, dotando l’Arpab delle tecnologie e delle risorse per poter adempiere al proprio compito istituzionale in maniera rigorosa e trasparente. Poi va intavolato un dialogo con Eni affinché localizzi in Basilicata nuovi investimenti produttivi, sia nelle attività connesse alle estrazioni petrolifere, sia nel settore delle energie alternative, anche in considerazione del fatto che gli esperti prevedono nel lungo periodo una diversificazione green delle compagnie petrolifere, diversificazione che apre una finestra di opportunità importante per la nostra regione”.
Nella lista delle cose da fare Falotico mette anche “l’attuazione del protocollo d’intesa siglato il 5 ottobre 2012 sulla valorizzazione e salvaguardia delle risorse umane con lo sblocco delle risorse Eni che la Regione dovrà trasferire nel più breve tempo possibile ai lavoratori delle aziende dell’indotto”. E poi c’è la nuova governance regionale del settore. “Il dipartimento regionale all’energia annunciato da Pittella – osserva il leader della Cisl – ci dà atto che la nostra intuizione era giusta: ora bisogna passare dagli impegni agli atti, mettendo nel piatto le risorse finanziare, tecnologiche e professionali per fare del dipartimento un fiore all’occhiello della governance regionale”. Il segretario della Cisl lancia infine la proposta di “rimodulare le risorse inutilizzate del Piano Operativo Val d’Agri, pari secondo i nostri calcoli ad almeno 100 milioni di euro, per fare un investimento nel settore della forestazione produttiva: sarebbe un altro tassello – conclude Falotico – per costruire in Val d’Agri un’economia green emancipata dal petrolio e mettere a dimora il seme di un nuovo modello di sviluppo eco-compatibile per tutta la regione”.

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