BasilicataCultura

Domani riapre al culto la chiesa di Santa Chiara a Tricarico, chiusa per restauri dopo il terremoto del 1980

 

Domani, domenica 22 aprile, alle ore 17.00, con la concelebrazione eucaristica presieduta dal Vescovo della Diocesi di Tricarico, monsignor Vincenzo Orofino e con il rito di benedizione, sarà riaperta al culto la chiesa di Santa Chiara di Tricarico, chiusa per restauri dopo essere stata danneggiata dal terremoto del 1980. L’evento è inserito nella “XIV Settimana della Cultura”, promossa dal Ministero per i Beni e le Attività culturali. Il programma prevede, prima della concelebrazione eucaristica, l’esecuzione di alcuni brani musicali del maestro d’organo Nicola Canosa e, a conclusione della concelebrazione eucaristica, un incontro con la partecipazione di Giampaolo D’Andrea, sottosegretario peri rapporti con il Parlamento. Inoltre, dopo il saluto del vice sindaco di Tricarico Rocco Dabraio, interverranno Attilio Maurano, direttore regionale per i Beni Culturali e Paesaggistici della Basilicata e Marta Ragozzino, soprintendente per i Beni Artistici ed Etnoantropologici della Basilicata. Concluderanno Vito De Filippo, presidente Regione Basilicata e mons. Vincenzo Orofino, Vescovo della Diocesi di Tricarico. La chiesa riveste una notevole importanza storica perché, nata come cappella del castello normanno, intitolata ai Santissimi Pietro e Paolo, nel 1333 divenne chiesa del monastero delle Clarisse, fondato da Sveva de Bethsan, contessa di Tricarico e moglie di Tommaso Sanseverino, conte di Marsico e dal re di Napoli Roberto D’Angiò. Dal 1931 è chiesa del convento delle “Discepole di Gesù Eucaristico”, l’ordine monastico fondato dal Servo di Dio e Vescovo di Tricarico monsignor Raffaello delle Nocche. Ad ala unica, di originario stile gotico, la chiesa subì modifiche per adattarla alle esigenze della clausura, come testimonia la santa visita del Vescovo Giovanni Battista Santonio nel 1588. L’annessa Cappella, detta del Crocifisso per il prezioso crocifisso del 1689 voluto dalla badessa Giulia Revertera, presenta splendidi affreschi di Pietro Antonio Ferro commissionati, nel 1611, dalla badessa Eleonora Damiano, sotto l’episcopato di Settimio De Robertis. L’aspetto attuale della chiesa è il risultato dei restauri voluti, nel 1852, dalla badessa Luisa Ippolito.

Vito Sacco

 

 

 

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *