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Don Uva, fitto ramo d’azienda condiviso dall’ente gestore

La Casa della Divina Provvidenza, ente gestore del Don Uva di Potenza, ha accolto la proposta avanzata con forza dalla Regione Basilicata per il fitto di ramo d’azienda, inserendola nel concordato preventivo che ha presentato al giudice della sezione fallimentare di Trani ed è in attesa della decisione del giudice sulle modalità procedurali per l’affidamento del ramo d’azienda. Lo ha comunicato alle organizzazioni sindacali l’assessore regionale alla Salute, Attilio Martorano, per metterli al corrente dell’incontro che ha avuto con i vertici della casa della Divina Provvidenza. Per il distacco della struttura di Potenza dalla gestione pugliese ci sono dunque le risorse e c’è la volontà, condivisa anche dall’ente pugliese, di andare nella stessa direzione. L’assessore Martorano ha detto che si è trattato di “un incontro proficuo e operativo tra persone che hanno un comune intento: quello di superare questa fase di indeterminatezza e di dare stabilità alla struttura e ai lavoratori”. L’esponente della Giunta ha poi comunicato che le parti torneranno a riunirsi il prossimo 28 maggio, subito dopo le verifiche del Tribunale di Trani.

La Regione Basilicata, dal canto suo, si è già attivata per scongiurare il rischio che la questione possa essere inquadrata come “straordinaria amministrazione”, il che avrebbe potuto determinare intralci nell’iter, in considerazione del momento politico che sta vivendo l’Ente. La Regione da sempre ha evidenziato come l’intervento nella sede potentina della Casa della Divina Provvidenza sia finalizzato all’indifferibile esigenza di garantire continuità assistenziale ai pazienti oltre che sicurezze ai lavoratori e proprio questo carattere di urgenza e indifferibilità rafforza la possibilità di un intervento.

“Dopo le opportune verifiche – ha aggiunto Martorano – proveremo subito a definire un piano operativo serrato per cercare di partire il prima possibile con la nuova gestione, auspicabilmente anche prima dell’entrata in vigore del contratto di solidarietà”.

I sindacati, evidenziando il “pregevole percorso avviato”, hanno chiesto che vengano adottati “tutti i procedimenti necessari per arrivare al fitto di ramo d’azienda” poiché il carattere “di emergenza” in cui si trova la struttura, necessita che “si sciolgano tutti i nodi giuridici e amministrativi”.

“Con la Casa della Divina Provvidenza abbiamo intrapreso un percorso comune – ha assicurato Martorano – e il fitto del ramo d’azienda è l’approdo condiviso. Proveremo a sciogliere tutti i nodi nella consapevolezza che siamo in presenza di una procedura molto complessa e per certi versi inedita. Siamo in una fase di costruzione del percorso – ha concluso l’assessore – e siamo intenzionati ad andare avanti”.

 

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