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Due nuovi impianti di compostaggio a Colobraro e Sant’Arcangelo

Due nuovi impianti di compostaggio, indispensabile per il trattamento della frazione umida dei rifiuti urbani. Saranno realizzati a Colobraro, in provincia di Matera, e a Sant’Arcangelo, in provincia di Potenza, e si aggiungono a quello di Venosa. Per un investimento totale di 5.950.000 milioni di euro. E’ quanto prevede una delibera approvata ieri dalla giunta regionale, su proposta dell’assessore all’Ambiente, Agatino Mancusi. Gli impianti produrranno compost di qualità attraverso il trattamento della frazione umida dei rifiuti proveniente dalla raccolta differenziata.

L’investimento previsto è di 3.610.000 milioni di euro per Sant’Arcangelo e di 2.340.000 milioni di euro per Colobraro, risorse comunitarie rivenienti dal Po-Fesr che saranno trasferite alle rispettive Province per realizzare gli interventi necessari a ottimizzare il funzionamento delle piattaforme di trattamento di rifiuti già esistenti. Le capacità di trattamento previste sono pari a 12 mila tonnellate all’anno per l’impianto di Sant’Arcangelo e di 6.500 tonnellate all’anno per quello di Colobraro che aggiunte alle circa 18.000 dell’impianto di Venosa, e in attesa della implementazione dei sistemi di raccolta differenziata su tutto il territorio regionale, potranno trattare gran parte dell’intera produzione dell’umido, stimabile in circa 80.000 tonnellate all’anno, sottraendo alle discariche una notevole quantità di rifiuti. “Gli interventi rientrano – ha dichiarato Mancusi – che la Regione sta portando avanti in collaborazione con gli altri enti locali per avviare a soluzione il problema della corretta ed efficiente gestione del ciclo dei rifiuti urbani. La realizzazione di capacità di trattamento dell’umido, contribuirà in maniera decisiva al decollo della raccolta differenziata che pure siamo impegnati a sostenere. Lo schema di accordo di programma approvato – ha continuato Mancusi – prevede un rigido cronoprogramma che scandirà la tempistica delle diverse fasi di realizzazione per assicurare il completamento degli impianti e l’avvio delle attività di compostaggio in un arco temporale massimo di 30 mesi”.

 

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