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Duro atto d’accusa al governatore Vendola e alla Regione Puglia da parte dei dipendenti del Don Uva di Foggia

“Presidente Nichi Vendola, Assessore Elena Gentile, consiglieri regionali, ora non potete più tirarvi indietro: avete il dovere di intervenire per risolvere, una volta per tutte, i problemi del Don Uva che voi tutti avete contribuito a creare. Avete il dovere, Lei Presidente Vendola prima di tutti, di non girare più la testa dall’altra parte e di intervenire al fianco dei pazienti, delle loro famiglie e di noi lavoratori.” E’ un appello denuncia molto grave, quello lanciato dai lavoratori dell’Ospedale Don Uva di Foggia, rivolto al Governatore della Regione Puglia e agli amministraori regionali.

“Basta con il vostro disinteresse, basta con i giochi a rimpiattino, basta con la vostra sordità di fronte alle nostre, umili richieste – è scritto nella missiva – Avete l’obbligo di fare qualcosa, per rispondere al vostro dovere di amministratori e di gestori e per non tradire il ruolo che la società pugliese vi ha affidato: quello di agire al fianco di chi soffre ed ha bisogno.”

Sono molto duri i toni della lettera aperta spedita a Vendola e ad Elena Gentile, che segue quella inviata pochi giorni fa a Papa Francesco, nella quale pure si denunciava l’immobilismo istituzionale ed il disinteresse ecclesistico. I dipendenti, infatti, non vanno per il sottile e denunciano “Ecco, abbiamo la notizia da dare agli organi di informazione: cittadini pugliesi, per la Regione i malati curati negli ospedali Don Uva sono considerati malati di serie B e di serie B sono considerate le loro famiglie.” Al Governatore Vendola e all’Assessore Regionale alla Salute Elena Gentile vengono posti una serie di interrogativi: “Perché non ponete un freno all’emoragia dei nostri pazienti dell’ex ortofrenico, perché quando muoiono ci togliete quei posti letto che si traducono in rette per pagare i nostri stipendi e per permettere l’assistenza di altri malati? Perché non permettete che al posto di chi è ‘andato via’ possa essere curato ed assistito qualcun altro che ha pari diritto di cura? Perché il Don Uva, ogni anno, perde soldi per questo motivo e voi dite che è a causa della cattiva ammistrazione, quando sapete che è il vostro mancato intervento a creare la crisi? Perché vi rifiutate di comprendere il tipo di assistenza che noi prestiamo ed avete blocato le rette, creandoci altri problemi? Perché, ogni mese, bloccate i soldi delle ASL e mettete in forse i nostri stipendi? Perché aprite nuove residenze sanitarie per fare concorrenza alle nostre, addirittura permettendo che pazienti con gravi disfunzioni vengano ricoverati in strutture inadeguate, svuotando le nostre?”

I dipendenti dell’Ospedale Don Uva di Foggia non solo pongono Vendola e la sua squadra di fronte a gravi responsabilità, ma lanciano loro anche un appello: “Lei non sa chi sono i nostri malati di mente, i nostri nonnini malati di Alzheimer, i nostri bambini disabili curati nei centri di riabilitazione, i nostri giovani curati nella neuro, i nostri malati terminali curati ed amati negli hospice. Venga Presidente Vendola, venga a vedere come sopravviviamo senza il suo intervento, in attesa di finire lentamente. O forse vuole che veniamo noi da Lei, vuole che veniamo a protestare pubblicamente davanti al suo palazzo?”

 

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