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Emergenza ‘Lingua Blu’. 500 capi di bestiame morti nella provincia di Lecce

Dopo gli ulivi, è la volta delle pecore. La ‘lingua blu’ ha già condannato a morte 500 capi nel Leccese. Ma il peggio deve ancora arrivare, dato che il picco più alto è atteso tra giugno e luglio, ed il rischio che la malattia faccia incetta di altro bestiame mette in allarme l’intero settore zootecnico. I veterinari della Asl dovrebbero partire, in queste ore, con la profilassi, ma non c’è disponibilità di sieri in Puglia. “Abbiamo fatto due gare per l’acquisto di 10mila vaccini, per un importo di 400mila euro. Sono andate entrambe deserte. – si legge in una nota – Non si è fatta avanti nessuna azienda, e questo è preoccupante. Ora siamo in attesa dei risultati del terzo bando, pubblicato l’11 febbraio scorso. Ci siamo mossi sin dall’inizio”.
I casi sono almeno 16, tra sospetti e accertati, in tutto il Salento, specie nell’area centrale, attorno a Maglie, e nella Grecia. Ulteriori focolai nella altre province (3 a Brindisi, 2 a Taranto, 5 a Bari e 4 a Foggia). L’unica indenne alla diffusione del ‘sierotipo 4’ è la Bat.
“L’avvio della campagna vaccinale non può protrarsi oltre marzo, per evitare nascite di soggetti disvitali ed effetti teratogeni durante la gestazione. – ha detto Angelo Corsetti, direttore di Coldiretti Puglia – Per questo chiediamo quali iniziative gli assessorati alla Sanità e alle Risorse Agroalimentari della Regione Puglia intendano perseguire per indennizzare le aziende zootecniche danneggiate, anche in considerazione del momento di difficoltà che vive il mondo agricolo in provincia di Lecce, già gravemente colpito dal patogeno della ‘Xylella fastidiosa’”.
A Corsetti fa eco il presidente di Coldiretti Puglia, Gianni Cantele: “I nostri allevatori non possono più attendere. La conta degli animali morti continua, siamo a 500 decessi nella sola provincia di Lecce, e c’è il rischio concreto che il numero dei decessi possa salire progressivamente”.

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