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Ennesima ipotesi di scambio per il depuratore di Manduria

Da fonti di stampa e notizie circolanti sul web, apprendiamo che dall’ultima conferenza di servizi tenutasi a Bari sul depuratore consortile sarebbe emerso sostanzialmente un nulla di fatto relativamente all’ultima soluzione proposta da Aqp per lo scarico delle acque depurate dal costruendo nuovo impianto. Si sarebbe invece dato il via alla costruzione del depuratore, lasciando in sospeso la questione dello scarico.
Naturalmente attendiamo di leggere il verbale della riunione, per una esatta valutazione delle cose, ma alcune considerazioni nell’immediato ci sentiamo in grado di farle.
1) Risulta evidente che i tecnici di AQP non sono in grado di produrre una soluzione sostenibile dal punto di vista ambientale ed economico allo scarico dei reflui depurati. Si è passati da uno scarico in battigia ad una condotta sottomarina, con sbocco finale ad una profondità di appena 16 metri, ad un “ruscellamento” su un inesistente solco superficiale “sfociante in battigia”, acompletamento di due “buffer”, alla successiva eliminazione del suddetto ruscellamento e allo spostamento del cosiddetto buffer 2 all’interno del sito del depuratore. Ora anche quest’ultima soluzione si dimostra inattuabile e quindi siamo in attesa che un altro coniglio venga fuori dal cappello.
2) Dovrebbe risultare ormai evidente anche alle pietre che, come abbiamo sempre sostenuto, correggere un progetto mal concepito è impossibile: aver progettato un collettore di quelle dimensioni e averlo posizionato sulla costa è l’origine dell’attuale “impasse”. Tuttavia Regione e AQP continuano a rimanere fermi nella volontà di non spostare il depuratore da Urmo, una collocazione che non vuole nessuno, né a Manduria né ad Avetrana.
3) Siamo molto interessati a conoscere la soluzione proposta dal Consorzio Arneo, che si dichiara pronto ad assorbire nelle sue condotte colabrodo, per destinarla ad uso irriguo tutta la portata dei reflui depurati. Per portarli dove, a chi, a quale prezzo?
4) La Commissione Straordinaria che regge il Comune di Manduria, nel dare il via libera al progetto, senza avere contezza dei trascorsi e senza ascoltare minimamente tutte le forze organizzate e i comitati spontanei che da anni manifestano la loro contrarietà al progetto, compie a nostro avviso un atto d’arbitrio.
5) Dichiariamo senza mezzi termini che per noi dare inizio ai lavori senza conoscere il recapito finale dei reflui nel suo complesso è un assurdo. Continuiamo a ritenere che aver prorogato la VIA all’impianto, lasciando in sospeso questa parte essenziale del progetto sia un atto illegittimo. Come si può valutare la sostenibilità e la congruità di un progetto se non valutandolo nella sua interezza? La prassi di ottenere le autorizzazioni per stralci consente certo di bypassare tante difficoltà e mettere il bavaglio alla protesta popolare, ma non è né etico né democratico.
Che fare? Il confronto con i cittadini non può essere evitato. Questo decennio ed oltre è costato a TUTTI uno spreco infinito di risorse. Le autorità regionali e locali dovrebbero ormai essersi rese conto che le popolazioni non accetteranno decisioni prese sulle loro teste.
Manduria Lab, laboratorio politico progressista

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