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Ex Ilva, Fim Cisl chiede garanzie occupazionali ed economiche

«Garanzie occupazionali ed economiche». È la richiesta di base che Fim Cisl, attraverso il segretario generale aggiunto Biagio Prisciano, chiede al Governo all’indomani dell’incontro consumatosi al Mise con i ministri Stefano Patuanelli, Nunzia Catalfo, Giuseppe Provenzano. Giovedì sera il ministro Patuanelli ha illustrato in modo vago un piano, di 4-5 anni e valido anche senza ArcelorMittal e indipendentemente dal soggetto industriale che andrà a realizzarlo, da 1 miliardo di euro per Taranto e il suo territorio, oltre ad una produzione per l’ex Ilva che dovrà garantire un ritmo di 8 milioni tonnellate di acciaio l’anno. La Fim Cisl spinge, affinché si metta al centro della discussione una sana sostenibilità tra Ambiente, Salute e Lavoro.
«Per noi – spiega Prisciano – è imprescindibile salvaguardare tutti i lavoratori, la loro salute insieme all’ambiente. Serve una garanzia sia dal lato economico e occupazionale. In tal senso abbiamo già l’accordo del 6 settembre 2018 che offre tutele ed equilibrio. Un accordo esistente e valido. Noi di esuberi non vogliamo sentirne parlare, sia chiaro a tutti, al Governo e ad ArcelorMittal: i lavoratori sono stanchi di trovarsi in questa situazione e non vogliono assistenzialismo, lo abbiamo gridato nella manifestazione del 10 dicembre a Roma. Il cambio di strategia delle multinazionali,non può essere scaricato sulla pelle dei lavoratori e sul territorio».
Punto inamovibile per la Fim Cisl rimane il rispetto degli accordi già sottoscritti. «Il Governo deve scoprire le carte. L’incontro di giovedì sera al Mise è stato pressoché interlocutorio. Non c’è chiarezza. Ci sono alcuni passaggi fondamentali da definire. Serve agire e dare soluzioni concrete – aggiunge il segretario della Fim Cisl – il tempo è una variabile che non può essere trascurata e le soluzioni continuano ad allontanarsi, scaricando su coloro che non hanno nessuna colpa, i lavoratori che si trovano in mezzo a questo pasticcio».
Il tempo, intanto, scorre inesorabile e nessun segnale di cambiamento si scorge all’orizzonte. Per questo, la Fim Cisl chiede di incominciare a fissare i paletti. «È fondamentale iniziare a fermare atti unilaterali dell’azienda, fare gli investimenti necessari sul lato ambientale, garantire la sicurezza all’interno della fabbrica, rilanciare l’azienda facendo ripartire gli impianti così come previsto dall’accordo sottoscritto un anno fa al Mise. Impensabile tra cinque anni, un vero blackout occupazionale. Diciamo – ribadisce Prisciano – stop ad assistenzialismo e no all’apertura annunciata da ArcelorMittal di Cigs per 3500 lavoratori».
Attenzione della Fim Cisl anche per i lavoratori di Ilva in Amministrazioni Straordinaria. «C’è la necessità di rifinanziare il fondo per le necessarie coperture di Cigs. Per noi i lavoratori in As, così come prevede l’attuale accordo, devono rientrare a fine piano. Al Governo chiediamo di mantenere alta l’attenzione sui livelli occupazionali in ArcelorMittal, Ilva in As e
tra le ditte dell’Appalto e Indotto. Tutti i lavoratori – conclude – vanno tutelati».

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