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Firmato accordo sui congedi parentali alla Smart P@per

Alla Smart P@per, dopo l’asilo nido aziendale, sarà sperimentato anche il congedo parentale a ore. Le mamme e i papà potranno infatti comunicare all’azienda entro il 31 ottobre la volontà di usufruire del congedo parentale a ore nella finestra di sperimentazione che va dal 1° novembre 2014 al 30 giugno 2015. È il primo accordo del genere siglato da Fim, Fiom, Uilm e Fismic in Basilicata. Nell’accordo sindacale siglato nei giorni scorsi la Smart P@aper si è inoltre resa disponibile a valutare, sempre per favorire la conciliazione tra lavoro e famiglia, la possibilità di ampliare la percentuale dei contratti part-time oltre la soglia del 4 per cento e di accogliere le richieste di trasformazione a tempo indeterminato. Soddisfatto il segretario generale della Fim Cisl Basilicata, Salvatore Troiano, che parla di “accordo rivoluzionario in una regione che presenta tassi ancora molto elevati di abbandono del posto di lavoro per ragioni familiari”.
La rigidità degli orari e dell’organizzazione del lavoro non favorisce la conciliazione fra lavoro e vita. È quanto emerge da uno studio del ministero del Lavoro sulle dimissioni durante il primo anno di vita del bambino. In Basilicata, nel 2013, si sono registrate 473 dimissioni per esigenze di cura dei figli; un problema che interessa in particolare il settore dell’industria. Le dimissioni riguardano essenzialmente le lavoratrici: 468 donne (99,9%), 5 uomini (0,1%). Per oltre la metà delle donne (56%) che hanno lasciato il posto di lavoro la scelta di dimettersi è causata dalla carenza di servizi, dall’assenza di reti familiari, dall’eccessiva incidenza dei costi dei servizi, dalla mancata concessione del part-time o orario flessibile da parte delle imprese; il restante 44% delle dimissioni è legato al trasferimento o alla ristrutturazione dell’azienda. Nello studio del ministero del Lavoro emerge infine che sussiste un sempre maggior carico del welfare sulle famiglie e una situazione di servizi pubblici alla persona in continua riduzione e trasformazione.
“Nonostante i proclami sulla conciliazione lavoro-famiglia si è fatto fin qui troppo poco”, spiega il segretario della Fim Troiano, “e la responsabilità è anche di una cultura aziendale che continua a vedere nella maternità un ostacolo al business, come dimostrano le scelte poco lungimiranti di grandi multinazionali come Apple e Facebook che hanno deciso di finanziare il congelamento degli ovuli per disincentivare la maternità. In un crisi così pesante – continua Troiano – il fatto di non poter contare sulla tranquillità economica della famiglia, crea tensioni e preoccupazioni; e ricade soprattutto sulle donne il peso della rinuncia al lavoro e quindi alla propria autonomia. Alle luce dei numeri servono progetti incisivi e risposte concrete alle lavoratrici e alle famiglie. La conciliazione tra vita e lavoro – conclude il segretario della Fim Cisl – deve diventare una priorità nei servizi e nella contrattazione a tutti i livelli”.

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