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“Green Jobs nelle aree protette: dal lavoro dei Parchi al lavoro nei Parchi”

L’evento partner della Basilicata, legato a Green Week 2017 che ha per tema “Green Jobs for a greener future”, organizzato dal dipartimento ambiente della Regione, ha avuto come protagonisti anche alcuni Parchi naturali, che hanno preso parte ad una sezione della giornata tenutasi venerdì, 23 giugno, nella sala Inguscio della Regione, a Potenza.

“Green Jobs nelle aree protette: dal lavoro dei Parchi al lavoro nei Parchi”, è il tema trattato dai diversi rappresentanti delle aree protette che sono intervenuti nel corso del convegno, moderato dal dirigente dell’Ufficio Parchi della Regione Francesco Ricciardi.

“Il modello di sviluppo industriale basato sulla produzione in larga in scala che non tiene conto dei costi ambientali, non ha funzionato –ha detto il presidente del Parco dell’Appennino Lucano e di Federparchi Basilicata Domenico Totaro- e oggi per uno sviluppo sostenibile ci rivolgiamo al modello di green economy. L’analisi del rapporto Unioncamere-Minambiente del 2014, estesa anche ai siti della rete Natura 2000 e alle aree marine protette, rileva una maggiore capacità di creazione di ricchezza e benessere, definita effetto parco, da parte delle imprese insediate in questo contesto ambientale speciale.” Proseguendo nel suo intervento Totaro ha sottolineato il valore dell’attività agricola nei Parchi.

“L’agricoltura, intesa come attività multifunzionale volta a garantire la produzione di cibo oltre che di servizi per l’ambiente e la società –ha proseguito- contribuisce a creare esternalità positive per tutti gli altri settori dell’economia che maggiormente agiscono nelle aree protette: dal turismo all’ambiente, dall’artigianato alla cultura.” Approfondendo il tema specifico del convegno, poi, Totaro ha sottolineato “come il lavoro dei Parchi ormai, supera la tradizionale vocazione alla conservazione per trasformarsi in attività che può contribuire allo sviluppo del paese con vere e proprie politiche di crescita economica basate sulla green economy. Per questo –ha concluso- è necessario che i Parchi facciano sempre più rete tra loro, superando i confini regionali e guardando al grande bacino del Mediterraneo”.

Antonio Carrara, presidente del Parco nazionale d’Abruzzo Lazio e Molise, ha detto che “bisogna accettare la sfida che viene dal nuovo assetto che verrà dala revisione della 394/91, la legge quadro sulle aree protette, sapendo che la salvaguardia dell’ambiente riguarda ormai tutti gli enti e che i Parchi devono assumere il ruolo di stimolo verso chi ci vive affinché siano i cittadini stessi ad intraprendere iniziative imprenditoriali sostenibili”.

Per il Parco del Cilento la relazione è stata affidata a Maria Teresa Scarpa, che ha portato l’esperienza dei comuni del Parco in materia di efficientamento energetico e di accoglienza turistica. La creazione di un brand unico legato al Parco ha permesso di fare un passo avanti verso quella green community che è l’orizzonte del lavoro delle aree protette.

A concludere la serie di interventi sui parchi naturali è stato il presidente del Parco dell’Aspromonte Giuseppe Bombino, per il quale “il futuro sta nella riscoperta di una identità che portiamo iscritta nella nostra storia.”

Una identità fatta di ritorno alla terra grazie all’agricoltura, al turismo naturalistico e a tutti i lavori che hanno che riconducono alla green economy e alle sue molteplici implicazioni con lo sviluppo dei territori del Parchi, che spesso coincidono con le aree interne e meno sviluppate delle regioni.

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