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Il PFTI al servizio del Corpo Forestale dello Stato

Dalla teoria alla pratica, i dati elaborati dall’Inea nell’ambito degli studi del piano territoriale forestale d’indirizzo (PFTI) sono stati trasferiti al Corpo Forestale dello Stato affinché possano essere utili nelle attività di prevenzione e controllo sul patrimonio boschivo e naturalistico. Nell’ambito dell’incontro tenutosi l’8 marzo a Moliterno presso la sede del Coordinamento Territoriale per l’Ambiente del Parco nazionale dell’Appennino Lucano Val d’Agri-Lagonegrese, alla presenza dei comandi territoriali del CFS, del commissario Domenico Totaro e del presidente dell’Area Programma, Claudio Sergio Cantiani, la responsabile del progetto per l’Inea, Giusy Costantini ha illustrato i risultati ottenuti nell’ambito degli studi già effettuati nell’area dell’ex Comunità Montana e la metodologia che sarà attuata nell’ampliamento delle attività all’area del Programma Operativo Val d’Agri e del Parco.

Le tematiche analizzate, attraverso la raccolta di dati puntuali, hanno spaziato dall’identificazione delle tipologie vegetazionali al paesaggio, dagli ecosistemi più rappresentativi dell’area ai prodotti forestali ai loro impieghi, dal ruolo sociale e culturale svolto dalle foreste agli impatti delle utilizzazioni forestali e di altri interventi di gestione forestale. I risultati ottenuti hanno consentito di identificare un territorio ad alto valore naturalistico, dove della multifunzionalità del bosco domina nettamente il suo ruolo tradizionale a scapito della conservazione della natura e della valorizzazione del paesaggio ma anche delle attività legate alla ricreazione, al turismo, alla didattica e allo sport.

“Siamo convinti- ha spiegato il dirigente della Struttura di Progetto, Francesco Pesce- che solo il trasferimento delle informazioni acquisite a chi opera sul territorio possa contribuire ad un’attività che il P.O. ha intrapreso con l’Inea e vuole condurre al fianco di tutti i progetti che sono stati avviati per la salvaguardia e la valorizzazione del patrimonio naturalistico e boschivo”. Un primo passo per una sinergia che possa essere costruttiva per un’area, quale quella della Val d’Agri e del Parco, che ha tutte le potenzialità per crescere.

 

 

 

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