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Il Tribunale di Lecce obbliga l’Asl locale a fornire la terapia ‘Di Bella’

tribunale lecceIl Tribunale di Lecce ha disposto la somministrazione gratuita da parte della Asl della terapia ‘Di Bella’, e ha condannato l’azienda a rifondere ad una ammalata di tumore le spese sostenute per sottoporsi alla terapia, per un totale di 25 mila euro. La sentenza del Tribunale di Lecce è stata notificata il 28 gennaio, e ha sancito che l’azienda sanitaria leccese deve risarcire una donna malata di tumore la spesa di 25mila euro. Il giudice, Francesco Costa, ha sostenuto che “la donna ha avuto indubbi miglioramenti sul piano clinico, strumentale e sintomatico, atteso che dagli ultimi documenti emerge una situazione clinica in cui, accanto ad una progressione di malattia, sono evidenti riduzioni e addirittura la scomparsa di alcune lesioni con un miglioramento rispetto al periodo pre-trattamento che rende il trattamento stesso insostituibile”.

La terapia Di Bella, quindi, torna a far parlare di sé, anche se nelle aule dei tribunali. Il giudice del Lavoro del Tribunale di Lecce ne ha disposto la somministrazione gratuita da parte della Asl, rilevando che la terapia “ufficialmente riconosciuta sia stata inefficace nel caso della paziente”, mentre la terapia secondo il protocollo ‘Di Bella’ “oltre che notevoli benefici di tipo soggettivo, ha prodotto anche un miglioramento obiettivo e iconografico”.

E’ un percorso analogo a quello della vicenda Stamina, nella quale più giudici del Lavoro hanno autorizzato strutture pubbliche ad infusioni di cellule ottenute con il cosiddetto protocollo Stamina. In entrambi i casi, però, si tratta di terapie che non hanno mai superato l’esame del mondo scientifico.

 

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