CronacaPuglia

Il viaggio di ‘Apulia slow coast’ tra alghe tossiche e abusivismo edilizio

apulia slow coast“Non sapevo cosa potesse riservarmi la vigilia del viaggio. O forse sì, date le contraddizioni che questa terra e i suoi abitanti rappresentano. Un continuo susseguirsi di bellezze naturali, storia e abusivismo”. Parole di Michele Guarino, architetto e comandante di ‘Apulia slow coast’, la ciurma di giovani donne e uomini che stanno girando la Puglia a bordo di un pedalò chiamato ‘Brancaleone’. Un viaggio che va dalla marina di Lesina a quella di Ginosa; un percorso lento, all’insegna della sostenibilità, di riscoperta del territorio da un punto di osservazione particolare; un’avventura seguita giorno per giorno anche da altre testate, come ‘Repubblica Bari’, con liveblog sul sito, con foto, video e tweet. Un’esperienza molto educativa. E in sette giorni di viaggio, sono emersi tanti contrasti, a partire da quanto visto a Molfetta: “Era una giornata ventosa – racconta il gruppo di ‘Apulia slow coast’ – e alcuni membri dello staff si sono ritrovati con la gola completamente chiusa e in difficoltà respiratoria. Addirittura il nostro cameraman è dovuto andare in ospedale perché non riusciva ad aprire gli occhi. Abbiamo conosciuto da vicino gli effetti dell’alga tossica”. Viene, allora, da chiedere qualcosa anche dei depuratori, sequestrati di recente proprio a Molfetta e Trani perché ritenuti inquinanti dalla magistratura. “Eravamo con il pedalò di prora verso Giovinazzo e il mare era piatto, praticamente una tavola. Durante la traversata ci siamo imbattuti in una striscia marrone in mezzo al blu dell’acqua, con tanto di evidenze solide degli scarichi di fogna. Ne siamo stati letteralmente colpiti, sia dal punto di vista olfattivo che da quello visivo: tremendo”.

Gli abusivismi poi, altra ‘gatta da pelare’. E che è diventata una costante: “Stavamo affrontando il primo tratto del nostro tour – continuano i ragazzi – da Lesina al lago di Varano. Prima c’era un paesaggio spettacolare, tra verde a perdita d’occhio e passeggiate a cavallo. Poi però è arrivato un intero villaggio sul mare nel Foggiano, completamente abusivo. Gli stessi panorami poco edificanti li abbiamo trovati anche lungo tutto il sud barese. In alcuni casi, oltre all’abusivismo, si sfocia anche nell’orrore estetico, con immobili nemmeno intonacati”. Michele Guarino, infine, ha spiegato che “la legge Galasso risale agli anni ’80, quando certi danni erano già fatti. Ora sta ai Comuni far valere gli obblighi di abbattimento e ridare a tutti il diritto di godersi il mare preso con prepotenza da pochi”.

 

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