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Ilva, nulla di nuovo

Ieri nell’incontro con Ilva nulla di nuovo, per fortuna e purtroppo. Dopo l’insistenza sindacale, affinché non si aggravasse la Cassa integrazione con nuove fermate d’impianti a seguito della proroga, l’azienda ha confermato lo stesso assetto di marcia degli ultimi tre mesi, così come annunciato dal ministro Luigi Di Maio nell’incontro del 9 luglio scorso.
Bene, ci viene da pensare – ma non del tutto – perché se da un lato la situazione non peggiora, dall’altro non migliora per i lavoratori dell’area tubifici e laminazione, i quali restano ancora a casa. Mentre al tavolo con il management aziendale qualcuno ha auspicato una nuova proroga, noi non possiamo che continuare a portare all’attenzione di tutti le condizioni di difficoltà dei lavoratori in Cassa integrazione e dell’Indotto in enorme sofferenza.
Spesso parla della crisi chi forse non la vive, consapevole che non è il proprio Certificato unico dipendente (Cud) a cambiare in peggio, ma quello degli altri. Si dovrebbe suggerire ai benaltristi, di vivere con lo stesso salario di chi è a casa e di chi non percepisce lo stipendio – come i lavoratori della ditta Lacaita – e non pontificare dall’alto della propria stabilità economica.
Dei tubifici siamo in pochi a parlarne. Questo ci dispiace, ma continueremo a essere al fianco dei lavoratori fino all’ultimo minuto utile alla risoluzione della vertenza Ilva. Un incontro, quindi, senza infamia e senza lode,
al termine del quale è emersa la consapevolezza da parte del sindacato di continuare a perdere cose importanti lungo il tragitto: uno stabilimento malinconico che necessita di essere ripreso in fretta, attraverso le opportune operazioni di adeguamento ambientali ed industriali, nell’interesse dei lavoratori e delle loro famiglie, dei cittadini di Taranto e del sistema produttivo nazionale.
Il tempo è ormai scaduto, questi supplementari non giovano a nessuno. Ci conforta sapere che la necessità di far presto – di cui ha sempre parlato la Fim e per cui venivamo criticati – è una necessità condivisa anche dal vice premier Di Maio dal quale ci aspettiamo il massimo impegno per una risoluzione che contempli – come da lui stesso annunciato – piena occupazione e tutela della salute.

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