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Impianto rifiuti a Latronico (Potenza). Il Comitato del NO deposita esposto-denuncia alla Procura di Lagonegro

Depositato esposto-denuncia alla Procura di Lagonegro sul surreale progetto di costruzione di un impianto di stoccaggio di rifiuti in località Mulini, contrada Agromonte Mileo nel Comune di Latronico (Potenza) ad opera della ‘mutante’ società Ageco, già titolare di un impianto nella zona industriale di Tito Scalo. Non sono state inutili le tante manifestazioni di protesta, sostenute dalle associazioni ambientaliste ‘Italia Nostra’ e ‘Briganti’, di recente è stato inoltrato un circostanziato dossier ai magistrati.
 

“Abbiamo deciso di investire la magistratura sulla vicenda perché la costruzione di un impianto che dovrebbe sorgere sul letto del fiume Sinni, vicino al torrente Mole, a meno di un chilometro dal centro abitato, senza il rispetto della distanza minima dal vicinissimo depuratore comunale e soprattutto fortemente sovradimensionato, pensato per accogliere rifiuti differenziati di ben 34 Comuni” – Biagio Costanzo del Comitato per il No – oltre ad essere ‘insensato’ viola le norme”. “Abbiamo troppi interrogativi insoluti: perché un parere negativo degli uffici regionali a marzo 2019 (prima delle elezioni regionali) dopo solo sei mesi, ad ottobre dello stesso anno diventa positivo? Perché anche la Soprintendenza ha cambiato idea se non sono mutate le condizioni morfologiche e ambientali? Perché il sindaco del Comune di Latronico accoglie con sorprendente e singolare  entusiasmo un impianto di natura privata che tutti i Comuni limitrofi, nel corso degli anni, hanno puntualmente avversato, da Senise a Francavilla?”. “E ci sono altri interrogativi non secondari in questa strana storia  – continua  l’esponente del comitato – chi ha deciso la vendita di due lotti del Pip (piano insediamenti produttivi) alla società Ageco ancor prima che avesse tutte le autorizzazioni? C’è stato un Consiglio comunale monotematico sul caso? Si é valutato l’impatto ambientale di un eventuale traffico di camion su una strada di campagna e uno svincolo assolutamente non a norma e inadeguato?” prosegue Costanzo che chiede di far luce sulla vicenda che con il trascorrere dei giorni acquista sempre più contorni a dir poco oscuri. Domande non nuove e poste in tutte le sedi competenti a cui non è stata data risposta, assenza di trasparenza, atti amministrativi che lasciano molti dubbi e che hanno indotto il comitato ad inoltrare l’esposto-denuncia. È  opinione radicata sia a Latronico ed Agromonte che la costruzione di tale impianto sia incompatibile con lo sviluppo del territorio e fortemente dannosa per la salute e le prospettive delle generazioni future. “Il caso della discarica di rifiuti speciali a Guardia Perticara, sempre in Basilicata, é emblematico e dovrebbe mettere tutti in guardia: una piccola comunità a cui é stata imposta una mega discarica a cui la Regione Basilicata, nel gennaio 2020, ha dato via libera per un’ulteriore allargamento facendola diventare di fatto la più grande d’Europa. Dobbiamo mobilitarci prima che sia troppo tardi” prosegue Costanzo che lancia un’ulteriore interrogativo: “Quale impresa veramente “artigiana” avrà mai interesse a insediarsi nell’area Pip di Mulini, accanto a un impianto di stoccaggio rifiuti che non ha nulla di artigianale ma di fatto é ‘industriale’?”.
 
 
 
Riferimenti
 
Comitato per il NO all’impianto dei rifiuti in località Mulini di Agromonte-Latronico (Potenza)

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