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In via di definizione il piano provinciale dei rifiuti

In riferimento alle questioni sollevate dalla Ola sul Piano provinciale dei Rifiuti, l’assessorato all’Ambiente sottolinea come il documento presentato in via preliminare ai sindaci del Materano, che sarà al centro di un confronto con tutte le associazioni, Ola compresa, il prossimo martedì 8 novembre, equivale a una bozza che non può assolutamente dirsi definitiva. Dunque un documento web 2.0 che attende di essere arricchito, modificato e poi condiviso. Una premessa di ordine metodologico che sgombra il campo da convinzioni dogmatiche che potrebbero fare incorrere in giudizi affrettati e poco corretti. Entrando nel merito delle osservazioni prodotte dalla Ola è necessario chiarire come l’aggiornamento del Piano Provinciale di Matera della gestione dei rifiuti solidi urbani abbia quale scopo primario la gestione eco-sostenibile degli scenari che interessano il ciclo integrato dei RSU. In particolare lo stesso, partendo da una puntuale analisi territoriale, ha cercato di garantirne non solo la conformità alle disposizioni di legge vigenti, ma anche la sostenibilità e solidità tecnico-ambientale.

In particolare lo stesso prevede di:

-massimizzare le opportunità di recupero di materia dai rifiuti, attraverso lo sviluppo delle raccolte differenziate, finalizzate sia al reinserimento nei cicli produttivi di materie prime da esse derivate sia alla produzione di compostaggio con valorizzazione del contenuto organico del rifiuto in termini agronomici;

– garantire il pretrattamento dei rifiuti non intercettati dalle raccolte differenziate, al fine di assicurare un miglior controllo delle fasi di smaltimento finale e una riduzione degli impatti ambientali ad esse associati;

– valorizzare le opportunità di recupero energetico dei rifiuti, attraverso processi di assoluta garanzia dal punto di vista delle prestazioni ambientali associate;

– contenimento dei costi di Gestione;

-perseguimento del principio di prossimità nello smaltimento dei rifiuti;

– raggiungere l’autosufficienza nello smaltimento dei rifiuti

In particolare lo stesso Piano ha previsto tre stazioni di trasferenza ( e non quattro) , ha previsto in base ai diversi scenari livelli di Raccolta Differenziata spinta da raggiungersi (con dati prudenziali) al 40% al 2013 (in funzione degli obiettivi di servizio III della Regione Basilicata) e al 60% al 2015 (occorre ricordare che una corretta pianificazione deve tener conto di possibili discrasie temporali nell’attuazione di progetti che se non attuati nei tempi previsti, in un settore come quello dei rifiuti comportano immediatamente problemi di grosse criticità).

La centralità della raccolta dell’umido a monte è posto quale risultato imprescindibile per raggiungere tali livelli. È per questo che è previsto nella tabella inerente gli obiettivi di raccolta differenziata per singola frazione in ambito provinciale il 20% sul totale. In pratica avendo stimato che la frazione organica degli RSU ammonta a circa il 31% si prevede l’intercettazione di circa il 65% dell’intera frazione organica prodotta sul territorio provinciale.

Per questa frazione organica è previsto l’implementazione di impiantistica di compostaggio adeguata (produzione di compostaggio di qualità quale ammendante agricolo). Va chiarito che in ogni caso i riferimenti “compostaggio” vanno imputati a trattamento di frazioni raccolte in maniera rigorosamente separata a monte nella misura di 79 ton/giorno pari a circa 29.000 ton/anno (rif. Pag.30 tabella18). Tali filiere sono quelle comunemente definite “compostaggio verde”. In nessun caso è prevista la produzione di compostaggio da materiali provenienti da selezione di RSU indifferenziato (compostaggio grigio) ne nel sito di Colobraro, né in quello ancora da allocare in val Basento.

La piattaforma da allocare in val Basento diventa il recapito naturale e baricentrico della città di Matera e dei comuni che ricadono lungo l’asse basentano e della Matera-Ferrandina. A valle delle raccolte differenziate spinte al 60% (obiettivo anche superiore a quello previsto dal recente studio CONAI che si attesta al 55%), si rendono necessarie operazioni di trattamento delle frazioni residue, In ragione delle specificità delle diverse frazioni il piano ha optato per un sistema misto ottimizzato sul secco e sull’umido. Per le frazioni secche, pari al 20% del totale (50% del residuo indifferenziato) è stato prevista la trasformazione in CSS secondo gli standard definiti dal D.Lgs 205/2010 attuazione della direttiva CEE 2008/98 (esso è quello che viene a valle di una raccolta differenziata spinta al 60% nonché dagli scarti di lavorazione di nobilitazione della frazione raccolta separatamente e lavorata).

 

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